Chieti. Fosso classificato a “rilevante” rischio idrogeologico. “Incredibile giravolta del consulente del comune sul taglio del canneto: prima lo vieta, poi cambia idea ma sbaglia la specie sostenendo la presenza di vegetazione esotica quando c’era un fragmiteto assolutamente autoctono oggi distrutto”. Commenta così la Soa, la stazione ornitologica abruzzese, gli ultimi sviluppi riguardanti il Jova Beach Party a Vasto in programma il prossimo 17 agosto.
“Infatti”, secondo la SOA, “Fosso Marino è ufficialmente classificato a rischio idrogeologico “rilevante” sulla base dell’Art.23 delle Norme tecniche del Piano Stralcio Difesa Alluvioni della Regione Abruzzo; la cosiddetta “deroga” della regione citata nella Deliberazione di Giunta Comunale 225 del 02/08/2019 sul Jova Beach è solamente una deroga ai limiti temporali previsti dall’ordinanza balneare regionale per livellare le spiagge (previsti in generale tra marzo e maggio) e non permetteva certo la rimozione di vegetazione naturale o tombature del fosso, tanto che basta leggere la nota della regione per scoprire che si parla di aree “adiacenti a Fosso Marino” senza contemplare opere sul fosso stesso; la cosiddetta “autorizzazione” della Regione servizio VIA, come ci ha confermato per iscritto il dirigente della Regione Longhi, non è un’autorizzazione ma la semplice constatazione che la competenza per esprimere il parere sulla Valutazione di Incidenza Ambientale è del Comune di Vasto. Sul punto non concordiamo, come abbiamo scritto nell’esposto, visto che la presenza di oltre 30.000 persone a nostro avviso (e basta consultare le carte degli stessi organizzatori e del comitato per la sicurezza della Prefettura per rendersene conto) hanno un potenziale impatto anche su San Salvo che condivide il SIC con Vasto. In ogni caso quello della competenza era solo un punto marginale sulle decine di questioni sollevate dalla SOA nel primo esposto”.
“Venendo alla Valutazione di Incidenza”, prosegue, “intanto è interessante notare che essa riguarda il Jova Beach Party. Quindi, al contrario di quanto dichiarato dal comune, i lavori svolti a Fosso Marino non sono evidentemente di ordinaria manutenzione ma sono connessi al concerto. È opportuno notare che nello studio predisposto dal proponente, come abbiamo già evidenziato nel nostro esposto, si sosteneva – erroneamente – non esservi alcun ostacolo nell’area prescelta. Di conseguenza non si citava la necessità di tagliare alcunché. La questione emerge però il 14/05/2019 quando il tecnico esterno incaricato dal Comune di vagliare la documentazione per la V.Inc.A., accoglie un’osservazione di un gruppo di volontari e propone al Comune come prescrizione di NON TAGLIARE IL CANNETO presente alla foce del Fosso Marino”.
“Ovviamente erano necessarie molte altre autorizzazioni per svolgere quei lavori”, precisa, “da quella paesaggistica a quelle per il movimento terra fino alle autorizzazioni connesse al Piano di Tutela delle Acque della Regione Abruzzo che all’art.26 vieta espressamente la tombatura di corsi d’acqua se non in casi di rischio per la pubblica incolumità e non certo per concerti o “ordinaria manutenzione”. In ogni caso assicurando una sezione di deflusso tale da smaltire l’acqua derivante da temporali di grandissima portata. Addirittura la norma impone di prevedere una sezione che possa far passare senza problemi piene che possono arrivare ogni 500 anni, cioè quelle connesse ad eventi di enorme portata: c’erano studi, pareri ed autorizzazioni al momento della realizzazione dei lavori?”.