L’Aquila. Un bambino nato a Napoli, che frequenta la V elementare, usufruisce di 200 ore in meno di scuola, per mancanza di infrastrutture e tempo pieno, rispetto ad un coetaneo della Toscana al quale è garantita una formazione per 1226 ore, che coincide di fatto con un anno di scuola persa per il bambino del sud.
È la fotografia emersa oggi, a Napoli, in occasione dell’incontro “Un paese due scuole”, promosso da Svimez e
L’Altra Napoli onlus. Solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48%
del Centro-Nord. Il crollo degli investimenti in 10 anni al sud è stato del 30%. (A
I divari nelle infrastrutture scolastiche frenano anche la diffusione della pratica fisica e sportiva, con conseguenze negative per la salute, la spesa pubblica e lo stile di vita della popolazione, con particolare riferimento ai minori. E’ quanto emerso dall’incontro “Un paese due scuole”, promosso da Svimez e L’Altra Napoli onlus, presso La casa di Vetro di Forcella, in cui ci si è confrontati sui divari di cittadinanza, tra istituzioni, esperti della scuola, della cultura e del terzo settore.
Nel meridione quasi un minore su tre nella fascia tra i 6 e i 17 anni, infatti, è in sovrappeso, rispetto ad un ragazzo su cinque nel Centro Nord.
Nel Centro Nord il 42% della popolazione adulta pratica sport regolarmente e il 26,8% saltuariamente. Nel
Mezzogiorno invece le percentuali si invertono: la maggioranza pratica sport saltuariamente (33,2%) mentre la
minoranza lo pratica abitualmente (27,2%). Il divario si riflette sulla percentuale di sedentari, con particolare
riferimento per i minori: 15% nel Centro Nord e 22% nel Centro Sud. Ma ancor più allarmante è il dato sull’
aspettativa di vita: nel Mezzogiorno è inferiore di tre anni rispetto a quella degli adulti che vivono al centronord.