Pescara. “La Giunta regionale guidata dal presidente Marsilio, nella giornata di ieri, 25 marzo 2025, ha approvato l’ennesima stangata nei confronti delle famiglie abruzzesi. Con la delibera n. 178-C ha varato una riforma fiscale che colpisce lavoratori e piccole imprese, mascherandola da intervento a tutela della sanità del nostro territorio. Ma la realtà è ben diversa. Ci troviamo di fronte a una manovra iniqua e socialmente insostenibile, che farà cassa sulle spalle del ceto medio per coprire i disastri sanitari delle quattro ASL, senza però risolvere concretamente nulla”, dichiara la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Erika Alessandrini.
“Per coloro che hanno redditi tra 28mila e 50mila euro, l’aliquota IRPEF quasi raddoppierà, passando dall’1,73% al 3,23%: un aumento spropositato di +1,5%, che penalizzerà lavoratori dipendenti, autonomi e piccoli imprenditori. Per chi supera i 50mila euro, l’aliquota salirà al 3,33%, portandosi al limite massimo consentito dalla normativa nazionale. La Giunta Marsilio ha scelto di non lasciare alcun margine per future manovre d’emergenza, preferendo spremere tutto e subito, senza alcuna visione strategica di lungo termine. Inoltre, la stima di 44,7 milioni di euro di entrate aggiuntive annue si basa su proiezioni risalenti al 2022, ignorando l’attuale crisi economica e la possibile contrazione dei redditi nel 2025. Numeri gonfiati e irreali, utili solo ad alimentare la costante propaganda che la destra porta avanti da oltre sei anni”, prosegue Alessandrini.
“Hanno addirittura l’ardire e la sfrontatezza di presentare questa manovra come ‘un abbassamento delle tasse’, grazie a una riduzione dello 0,1% per i redditi inferiori ai 28mila euro, forse pensando che i cittadini abruzzesi siano incapaci di fare due semplici calcoli. Si tratta di una riduzione di pochi euro all’anno per le famiglie con redditi più bassi, che dovranno comunque continuare a rivolgersi al privato per potersi curare. Una riduzione ridicola, se paragonata all’aumento mostruoso che impatta sul secondo scaglione. Chi guadagna appena più di 28mila euro viene colpito in pieno, con un balzo del +1,5%. In pratica, il ceto medio paga per tutti, mentre Marsilio continua a raccontare favole a cui ormai non crede più nessuno, specialmente se a narrarle è quel centrodestra che ha sempre dichiarato di voler abbassare le tasse. E, oltre al danno, anche la beffa: da una parte Verrecchia, Quaglieri e Sospiri definiscono ‘equilibrata’ una manovra che quasi raddoppia le tasse al ceto medio, come se non riguardasse le stesse famiglie che già affrontano nuovi sacrifici imposti dalle scelte scellerate del governo Meloni”.
“Il presidente Marsilio sostiene che le nuove tasse serviranno a coprire i disavanzi delle ASL. Ma perché gli abruzzesi dovrebbero pagare per l’inefficienza di chi governa? Nella legge non c’è una sola riga che preveda riforme per migliorare la gestione sanitaria regionale: nessun piano per ridurre gli sprechi, nessuna strategia per garantire servizi migliori. A rendere questa manovra ancora più inaccettabile è il fatto che la Regione Abruzzo ha lasciato inutilizzati milioni di euro del PNRR destinati proprio alla sanità territoriale, come già denunciato dalla CGIL. Risorse già disponibili per costruire Case di Comunità, potenziare i servizi di prossimità e rafforzare la rete sanitaria, alleggerendo così la pressione sugli ospedali e migliorando l’assistenza per tutti i cittadini. Marsilio e la sua maggioranza non solo aumentano le tasse, ma lasciano fermi anche i fondi europei che potrebbero offrire un sollievo a una situazione divenuta ormai insostenibile”.
La consigliera regionale del M5S, Erika Alessandrini, conclude con fermezza: “Marsilio e la sua Giunta parlano di taglio delle tasse, ma la verità è che stanno spolpando il ceto medio per coprire i buchi della loro malagestione sanitaria. La riduzione dello 0,1% è una miseria, utile solo a mascherare l’aumento spropositato per chi guadagna appena di più. Se avessero davvero voluto aiutare gli abruzzesi, avrebbero riformato le ASL, tagliato gli sprechi e utilizzato i fondi PNRR già disponibili per potenziare la sanità territoriale. Invece, hanno scelto la strada più facile: tassare chi non può scappare. È ora di dire basta a questa presa in giro. Devono andare a casa”.