L’Aquila. “Negli scorsi giorni su alcune testate locali è stata diffusa una notizia secondo la quale l’ex struttura di Campomizzi, fino a pochi mesi fa dedicata agli alloggi universitari per i fuori sede, sarebbe stata oggetto di alcuni sopralluoghi da parte di incaricati del Governo, con lo scopo di valutare la sua compatibilità nell’ospitare un nuovo Cpr (centri di permanenza per il rimpatrio) che, stando alle nuove misure adottate dal consiglio dei Ministri, vedranno un esponenziale potenziamento, tra cui la loro estensione in ogni regione d’Italia.
Dopo la pubblicazione della notizia, il sindaco dell’Aquila è prontamente intervenuto smentendo il tutto, insieme a lui anche il presidente del consiglio comunale Santangelo ha dichiarato che neanche l’aeroporto di Preturo (altro luogo dove potrebbe nascere un nuovo Cpr) ospiterà tale struttura. Affermazioni che tuttavia non ci soddisfano, in quanto rimangono ancora diversi punti di domanda”, dichiarano i membri dell’Unione degli Studenti L’Aquila.
“In primis, nonostante la smentita di Biondi, il destino dell’ex Campomizzi è ancora incerto. Dallo scorso luglio, infatti, la struttura è tornata nelle mani dell’Agenzia del Demanio per conto del Ministero della Difesa. Da ormai due mesi, dunque, la città ha perso un importante punto di riferimento per gli studenti universitari che iniziano a lamentare la difficoltà nel trovare alloggi a prezzi accessibili, confermando una crescente crisi abitativa di cui ancora si parla troppo poco. Le risposte dell’amministrazione sono infatti insufficienti, soprattutto sul futuro di Campomizzi che, a detta dello stesso Sindaco, sarà destinata agli delle forze armate e dell’ordine presenti in città in vista di eventuali potenziamenti. Di fatto, quindi, la struttura sembra essere stata totalmente sottratta ad un’intera popolazione universitaria, lasciata sola dall’amministrazione.
Il fatto che Campomizzi e l’aeroporto non ospiteranno il Cpr, infine, non esclude una sua costruzione in altre zone della città. A farlo capire è stato il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio che ha dichiarato pubblicamente che un Cpr in regione ci sarà, definendola anche come una “struttura necessaria per velocizzare i rimpatri e gestire meglio il problema dell’immigrazione”. Una notizia che ci colpisce profondamente e che fatichiamo ad accettare.
Da sempre, infatti, la nostra organizzazione si batte a livello nazionale contro i Cpr, strutture di detenzione dove centinaia di migranti, in attesa del proprio rimpatrio (per cui spesso passano anche svariati mesi) vivono in condizioni igienico sanitarie precarie, subendo quotidianamente violenze fisiche e psicologiche. I Cpr rappresentano, di fatto, veri e propri luoghi di tortura legalizzati di fronte i quali abbiamo il dovere di opporci.
Anche in Abruzzo, quindi, daremo il via ad una battaglia contro questo strumento di repressione, una battaglia che porteremo avanti convintamente, auspicando di ottenere l’appoggio di altre associazioni e realtà della nostra regione. L’appello è chiaro: mobilitiamoci per dire no ai lager di Stato”, concludono.