Giulianova. È terminato alle prime ore di questa mattina, con un inseguimento in porto ed il sequestro di oltre 2 quintali di prodotto ittico, un’attività di appostamento e di polizia marittima condotta dal personale del Nucleo Controllo Pesca della Guardia Costiera di Giulianova. I militari del Comando giuliese erano impegnati nei quotidiani controlli sulla filiera della pesca quando, all’atto del rientro in porto di una unità da pesca della locale marineria, si sono accorti di movimenti sospetti; di lì a poco, infatti, una volta agli ormeggi, l’unità è stata raggiunta da un’autovettura che, nel giro di pochi minuti, ha caricato a bordo un ingente quantitativo di prodotto ittico, riprendendo celermente la via di uscita. E’ intervenuto così il personale della Guardia Costiera che, dopo un breve inseguimento, è riuscito a fermare l’auto poco prima che questa uscisse dal porto, ai cui varchi erano posizionate autovetture di servizio pronte a impedirne l’uscita con il carico illecito.
I miliari hanno così accertato la presenza a bordo del mezzo di 230 kg di vongole della specie “chamelea gallina”, risultate eccedenti i 400 kg, corrispondente al quantitativo massimo giornaliero autorizzato per il peschereccio verbalizzato (con tre persone d’equipaggio a bordo). L’attività ha così impedito che l’ingente quantitativo di prodotto finisse – privo di qualsiasi documento che ne attestasse tracciabilità, zona di raccolta e, pertanto, la qualità – nella distribuzione al dettaglio e, successivamente, sulle tavole dei consumatori finali. Ancora allo stato vivo e vitale al momento del sequestro, il prodotto è stato poi rigettato in mare in corrispondenza delle aree di “restocking”, e riconsegnato così all’ecosistema marino che se n’era visto indebitamente privato. “Rispettare l’ambiente marino e il suo ecosistema – ricorda la Guardia Costiera – è un dovere comune, in primis degli operatori del settore: i limiti ai quantitativi di cattura imposti servono proprio a questo. È altrettanto importante che il cittadino abbia garanzia sulla provenienza e sulla qualità del prodotto che consuma, poiché è questo che – ben oltre gli obblighi di legge – rende lo stesso prodotto un autentico valore aggiunto del territorio.”