L’Aquila. Un nuovo innovativo intervento su un malato di Parkinson per ridurre i tremori applicando un neurostimolatore che legge l’attività cerebrale profonde dell’encefalo. E’ stato eseguito all’ospedale dell’Aquila nel reparto di Neurochirurgia su un paziente arrivato dalla Campania. Si tratta della cosiddetta neurochirurgia funzionale, una tecnica che l’ospedale aquilano pratica con successo ormai da oltre un anno nonostante non sia stata ancora riconosciuta ufficialmente dalla regione Abruzzo.
Infatti il reparto del San Salvatore è tra i pochi Centri in Italia ad avere la Neurochirurgia funzionale che tratta i disturbi del movimento mediante la stimolazione profonda e richiama pazienti da ogni regione della Penisola.
E’ il caso dell’ultimo paziente sottoposto a trattamento nei giorni scorsi. Violante Antonio, 50 anni, che vive a Pompei, dove si occupa del settore sicurezza nella sala operativa degli Scavi archeologici.
“Ho conosciuto la neurochirurgia dell’Aquila perché mi è stata consigliata da un centro medico qui in Campania”, racconta il paziente, “e ora posso dire che è stata la scelta giusta. Il personale medico è stato una piacevole sorpresa. Il dottor Alessandro Ricci mi è sempre stato vicino. Tutte le sere passava in reparto e si fermava a parlare, assicurandosi che tutto procedesse per il meglio. Il dottor Francesco Abbate, che ha eseguito l’intervento, è di una umanità unica, una persona e un professionista sempre disponibile, fuori dal comune. E io posso dirlo con certezza perché ne ho girati tanti. Il fatto che sia un capitano dei carabinieri è un’ulteriore garanzia. Quando si viene da una scuola militare credo si abbia una marcia in più. Anche in sala operatoria, il personale è stato impeccabile. L’anestesista e le altre operatrici mi hanno spronato cercando di farmi parlare, di tenere aperto il dialogo durante l’intervento. Ora la mia vita è cambiata”, spiega il paziente, “da 3 anni non dormivo più nel mio letto, ma su una poltrona che si alza elettricamente. Finalmente sono tornato a letto, accanto a mia moglie. Solo questo mi ripaga di tutte le sofferenze. E presto potrò tornare alla mia passione, quella dell’immersione”. Il dottor Nicola Modugno è il neurologo che ha selezionato il paziente.