L’Aquila. Una protesta che va oramai avanti da diverse settimane. Manifestazioni, scioperi e ieri mattina una conferenza stampa nelle sede del Ministero Del Lavoro de L’Aquila per richiedere la salvaguardia e il rispetto di enti fondamentali in materia di lavoro, quali l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) e l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL). Al microfono, sul tavolo dei lavori, Angelo Piccoli, segretario nazionale Federazione Lavoratori Pubblici e l’ispettore Maurizio Santella di Rsu (Rappresentanza Sindacale Unitaria). Nelle proteste e nei differenti scioperi, i partecipanti si sono schierati contro il ministro Poletti definendo la sua riforma un vero e proprio “smantellamento” degli enti statali citati. I lavoratori richiedono l’applicazione della normativa in materia di lavoro, nonché il rispetto e la tutela dei diritti dei lavoratori, costretti a vivere in uno stato di incomprensibile disagio.
“La situazione lavorativa del personale dell’ex Ministero del Lavoro è andata progressivamente peggiorando, incanalandosi in un vero e proprio percorso al ribasso”, spiega al microfono Angelo Piccoli, “la riforma concepita a costo zero è apparsa da subito difficilmente attuabile, poiché ai proclami di innovazione non ha fatto seguito alcuna concreta azione di rinnovamento, con la conseguenza che i lavoratori si trovano a fronteggiare una situazione di carenza di mezzi e di risorse”, continua, “gli ispettori del lavoro, da sempre impegnati nella tutela dei lavoratori e del corretto svolgimento dei rapporti di lavoro, sono essi stessi privi di tutela”.
Sicurezza sul lavoro. Nel merito del lavoro svolto, intervengono gli stessi ispettori che spiegano “siamo costretti ad utilizzare la propria autovettura per effettuare i controlli nei cantieri edili, nell’agricoltura, presso gli esercizi pubblici e commerciali ed ogni altro luogo di lavoro. L’utilizzo del mezzo personale inevitabilmente ci espone al rischio non solo di danni e ritorsioni al mezzo, ma anche di essere rintracciati attraverso la targa da chi non ha gradito il nostro intervento, fin sotto le nostre abitazioni, dove vivono le nostre famiglie”.
Sulle spese. “Senza dire dei costi che sopportiamo per l’uso delle nostre auto che ci vengono rimborsati secondo i criteri di una legge vecchia ed obsoleta risalente agli anni ’70, con cronico ritardo del tutto ingiustificato. I programmi di formazione e di aggiornamento che abbiamo visto nel tempo si sono sempre rivelati insufficienti di fronte alle continue modifiche legislative del diritto del lavoro ed alle pressanti richieste di tutela che provengono dai lavoratori.
Strumenti. “Carenti sono gli strumenti a nostra disposizione per svolgere degnamente il nostro ruolo”, spiegano gli ispettori presenti, “le banche dati, indispensabili per una azione ispettiva efficace, sono parziali e non aggiornate; i più elementari dispositivi tecnologici (computer, stampanti) sono vecchi e superati e siamo costretti nel ventunesimo secolo ad usare la carta carbone. Così, mentre nel tempo abbiamo visto aumentare con grave preoccupazione gli episodi di aggressione e minacce nei nostri confronti, abbiamo assistito al silenzio assordante del nostro datore di lavoro mai intervenuto a gran voce per difendere il nostro ruolo istituzionale”.
Inps e Inail. “Dulcis in fundo, mentre si sbandierava la nascita di un’unica agenzia per le ispezioni sul lavoro nella quale sarebbero confluiti anche gli ispettori INPS ed INAIL, nessuno si preoccupava di assicurarci un trattamento economico e normativo per lo meno uguale a quello degli acquisiti colleghi, relegandoci al ruolo di eterni “figli di un Dio minore”. Come operatori della legalità, sentiamo il peso del compito a noi affidato e vorremmo svolgerlo degnamente, ma a queste condizioni avvertiamo un senso di impotenza e di mortificazione ormai insostenibile”.
La protesta. “Per tutto questo, in assenza di riscontri concreti alle criticità sopra rappresentate, si ribadisce lo stato di agitazione e si comunica che, a far data dal 27 novembre, gli Ispettori del lavoro si limiteranno a svolgere il canonico orario di 36 ore settimanali e non concederanno più la disponibilità a eseguire servizi ispettivi in orario pomeridiano, serale, notturno, festivo ed in campagne speciali di vigilanza. Ci si riserva, qualora tale emergenza non venga prontamente risolta, di adottare sempre più incisive iniziative secondo quanto deciso in spirito unitario dalle sigle sindacali nazionali, valutando anche la possibilità di ritirare la disponibilità dell’uso del mezzo proprio per effettuare l’attività istituzionale di vigilanza”.
Inl e Anpal in Italia e a L’Aquila. “Presso altri Uffici Territoriali d’Italia i nostri colleghi hanno già ritirato la disponibilità dell’uso del mezzo proprio per eseguire le ispezioni. Noi abbiamo deciso di procastinare questa decisione consapevoli del gravissimo disagio che verremo a creare. Il nostro spirito di servizio ci impone di essere cauti e lungimiranti e di non prendere decisioni affrettate che potrebbero avere delle serie ripercussioni nel contesto sociale e lavorativo aquilano. Comprendiamo bene l’importanza di presidiare il territorio della ricostruzione per vigilare sul rispetto delle norme giuslavoristiche e sul rispetto delle disposizioni in materia di tutela e sicurezza sul lavoro. Siamo i primi a sentire il peso della responsabilità sociale e a voler contribuire in maniera incisiva ad una ricostruzione del nostro territorio all’insegna della legalità. Tuttavia, in assenza di risposte concrete alle nostre difficoltà lavorative quotidiane saremo costretti a valutare l’assunzione di decisioni più drastiche che pregiudicherebbero seriamente lo svolgimento dell’attività di vigilanza sul territorio della provincia dell’aquila”. @RaffaeleCastiglioneMorelli