Teramo. L’incidente avvenuto ieri presso l’azienda UFORM nella “Valle del Tubo” di Villa Zaccheo, che ha visto un giovane lavoratore rischiare di essere travolto da un nastro trasportatore, ha sollevato la dura protesta della UILM di Teramo. Il sindacato respinge l’ipotesi di fatalità e punta il dito contro presunte scelte aziendali e la mancata segnalazione di inadeguatezze.
Valerio Camplone, Coordinatore UILM Teramo, ha espresso la ferma convinzione che la sicurezza sia stata compromessa da scelte orientate al risparmio. “Se si dovesse ravvisare che il nastro trasportatore sia stato modificato con uno più corto e non adatto allo svolgimento dell’attività lavorativa, ciò dimostrerebbe ancora una volta come la logica del profitto possa prevalere sulla tutela della vita,” ha dichiarato Camplone.
Il sindacato ha inoltre criticato l’assenza di segnalazioni preventive. Camplone ha richiamato chi rappresenta i lavoratori al “coraggio di denunciare le inadeguatezze, senza timori, e di rivolgersi alle autorità competenti quando non dovessero arrivare risposte adeguate o tali da compromettere la salute e la sicurezza delle persone.”
A rendere il quadro “intollerabile” è la condizione occupazionale dei lavoratori coinvolti: sia il ragazzo ferito che il collega che ha avuto la prontezza di salvarlo erano assunti in somministrazione, quindi con un contratto precario.
“Si gioca sulla pelle dei più deboli, di chi entra in azienda senza una vera garanzia di continuità e spesso senza un addestramento reale, con la speranza di rimanere a lavorare con stabilità e con il timore di dichiarare le cose che non vanno,” ha continuato Camplone, condannando l’abitudine alla superficialità.
La UILM chiede che la formazione sulla sicurezza non sia ridotta a una “mançata di slide da guardare in fretta”, ma che ogni lavoratore riceva un addestramento concreto e pratico prima di mettere piede in reparto.
La UILM di Teramo ha chiesto all’azienda UFORM di aprire immediatamente un confronto serio, sottolineando che sulla salute e sulla sicurezza “non ci possono essere sconti”.
Il sindacato pretende che venga accertata ogni responsabilità affinché simili episodi non si ripetano, ribadendo che non è più tollerabile che chi lavora debba affrontare precarietà occupazionale, salariale e, contestualmente, il rischio di infortuni gravi o mortali. La UILM conclude che “il lavoro sano è fatto di tutele vere e condizioni dignitose.”