L’Aquila. “Disfunzioni che mettono a rischio i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, con il mancato riconoscimento dei casi di infortuni da Covid da parte dell’Inail, nonostante i numerosi chiarimenti forniti sia dall’Inail che dall’Ordine dei Medici in merito alle modalità di gestione e riconoscimento degli infortuni Covid, vengono “denunciate” dal patronato Inca Cgil di Chieti che da marzo 2020 a marzo 2022 segnala che sono 312 i casi patrocinati.
Ci riferiamo in particolare alla circostanza che riguarda i contagi Covid diagnosticati con certificati medici inviati all’lnps piuttosto che all’lnail che non consentono al datore di lavoro di procedere all’invio della denuncia di infortunio e all’Inail di effettuare I’istruttoria della pratica – dice il direttore del patronato Giuseppe Visco. In numerosi casi il Patronato Inca è dovuto intervenire per segnalare all’Inail infortuni non denunciati proprio per la mancanza dell’apposito certificato”.
Visco evidenzia che, come chiarito dall’lnail nella circolare numero 13 del 2020, è prevista la presunzione semplice di infortunio nel caso di contagio da Covid per operatori sanitari, lavoratori che operano in front-office, alla cassa, addetti alle vendite e banconisti, personale non sanitario operante all’interno delle strutture sanitarie con mansioni tecniche, di supporto, di pulizie, operatori del trasporto infermi.
Inoltre, sempre secondo Visco, “nonostante l’elevato numero di infortuni Covid ufficiali, vi è un altrettanto elevato numero di casi sommersi proprio perché l’invio dei certificati all’Inps ha comportato la gestione dell’assenza dal lavoro come casi di malattia comune e non come infortunio sul lavoro. La tutela Inail per chi subisce I’infortunio è molto importante perché – spiega Visco – , a differenza della malattia, l’assenza dal lavoro non rientra nel periodo di comporto, salvo rare eccezioni previste dal contratto collettivo nazionale di appartenenza. E inoltre nel caso di postumi permanenti derivanti da contagio Covid, che possono sorgere anche a distanza di anni dalla guarigione, l’Inail può erogare un indennizzo in capitale per il danno biologico e nei casi più gravi anche una rendita mensile”. E’ possibile segnalare all’Inail, tramite il Patronato Inca Cgil di Chieti, infortuni non denunciati entro tre anni dal contagio.