Pescara. Nei giorni scorsi si è tenuto a Reggio Emilia il Convegno sulla tutela della famiglia e sulla percezione della legalità dopo il caso Bibbiano, al quale è stata invitata a partecipare anche la Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Abruzzo Maria Concetta Falivene.
“Abbiamo esaminato i poteri e le funzioni delle figure tutte chiamate alla tutela dei diritti della famiglia. In un momento di grande crisi economia e sociale che sta mettendo a dura prova l’essenza stessa della famiglia come Istituzione – ha spiegato Falivene durante il suo intervento – abbiamo il dovere di non abbassare la guardia e di vigilare sulla sua integrità impedendo che si sgretoli anche il rapporto genitoriale. Abbiamo incentrato il nostro confronto sull’opera e sulle competenze per legge dei servizi sociali, sulla valenza e fondamento dei test psicologici che dovrebbero indagare, secondo il dettato legislativo, sul rapporto genitoriale e non sulla personalità astratta del genitore, sul conflitto d’interesse che può emergere in merito ad alcune figure in ambito minorile e sull’applicazione della legge sull’affido e, pertanto, sull’obbligo dell’affido prodromico intrafamiliare, pena il danno erariale.
È emersa la possibile fallibilità ed opinabilità delle varie teorie che si elaborano in ricordo del gravissimo caso dei cd genitori frigorifero ed oggi siamo passati ai genitori incapaci per ipercura, incuria, discuria. In Abruzzo – ha aggiunto la Garante – abbiamo attuato una vera politica a tutela della famiglia e proprio domani incontrerò l’assessore regionale Quaresimale per definire il possibile affiancamento al completamento da parte del mio Ufficio sull’acquisizione dei dati che ho raccolto sui minori – quale Autorità indipendente – e che devo completare con il data base sulle famiglie affidatarie.
Molte associazioni di famiglie che insistono sul territorio abruzzese e nazionale, credono fortemente in questa mia iniziativa che ho specificato e fatto includere nelle linee guida sull’affido”. Nel corso del convegno, L’avvocato Rita Ronchi ha evidenziato: “Abbiamo avuto modo ancora una volta di confrontarci sul sistema minorile rilevando la permanenza di prassi contrarie al dettato normativo.
Emerge, ad ogni confronto istituzionale con la società civile, l’esistenza di un vasto ed articolato sistema di professionisti che per dolo o per adesione a costrutti anascientifici propone allontanamenti familiari in luogo di attività di supporto familiare all’interno della famiglia, ove essi siano richiesti. Ricondurre l’attività socio-assistenziale e psicologica nell’alveo del principio di legalità consentirà di effettuare solo gli interventi effettivamente necessari.
Appare necessario quindi formare operatori in tal senso e insistere per la creazione di un ispettorato sulle attività dei servizi, esso costituisce un punto di partenza irrinunciabile e non più procrastinabile. Altrettanto necessario sarà il confronto con l’autorità Giudiziaria sia civile che penale al fine di rimodulare il sistema minorile in maniera effettivamente funzionale e di interesse per le famiglie. L’avvocato Anna Berghella ha aggiunto: “Per poter parlare veramente di un’era “post” Bibbiano occorre porre in essere attività legislative idonee ad impedire prassi distorsive che fino ad oggi hanno consentito allontanamenti di minori dalle proprie famiglie in modo illegittimo.
È quanto è emerso dal tavolo di confronto svoltosi ieri a Reggio Emilia, approfondimento particolarmente proficuo e degno di spunti che consentiranno sicuramente di dare presto una svolta ad un inaccettabile vulnus del nostro ordinamento”. Infine, Maria Concetta Falivene ha voluto ringraziare gli organizzatori dell’iniziativa, Antonio Margini e Giuliano Braglia, “per l’opportunità di presiedere ad un incontro così importante, oltre al garante per l’Infanzia della Lombardia Riccardo Bettiga, l’avvocato Rita Ronchi, l’avvocato Anna Berghella e l’onorevole Carlo Maccari per il prezioso confronto e sulla concreta progettualità che consentirà di ricondurre il sistema tutto nel vero alveo di tutela”.