Atessa. Da tempo l’ex Deputato abruzzese Camillo d’Alessandro sta invitando ad una riflessione su ciò che accade attorno allo stabilimento Sevel, recentemente anche con una iniziativa che ha visto ad Atessa l’ex premier Matteo Renzi”
” Ciò che si muove sulla Sevel dovrebbe essere la priorità delle priorità, invece le istituzioni guardano da spettatori.
L’annunciata fusione Sevel – FCA va colta come un’occasione per aprire una vertenza nazionale a Roma sul comporto dei veicoli commerciali in Italia ed in Europa. La fusione nel tempo, senza garanzie industriali, può portare ad una profonda trasformazione della presenza industriale della Sevel, non solo per le conseguenze su contratti e lavoro, ma sulla strategia complessiva.
Lo dico da liberale convinto, questo è il momneto in cui lo Stato si porpronga come partner istutzionale, entri nel capitale sociale come fa la Francia con la Pegeout, atraverso la cassa depositi e prestit francesa e l’ente governativo EPIC, presenza pubblica mai messa in discussione da Macron. FCA non è più Fiat, opera da multinazionale.
Dentro queste dinamiche lo Stato, attraverso cassa depositi e prestiti, può entrare in gioco.
Rimane, inoltre, il totale immobilismo a Bruxelles di Stato e Regioni sulla disciplina degli aiuti di Stato: per le grandi industrie ciò che è possibile fare ed avere in Polonia , non è più possibile in Abruzzo, per la disciplina delle famose aeree 107.3.C. Il regolamneto europeo, su inziativa degli Stai membri, può modificare, derogare, ma seve l’iniziativa dello Stato da un lato e delle Regioni dall’altro. Anche con l’obbiettivo 1 ci fu una situazione simile. Ma l’allora Presidente Falconio con l’iniziativa dell’allora Ministro Ciampi riuscirono a negoziare la misura, otenendo la cosìdetta “uscita morbida” e la definizione dell’obbiettivo 2.
Qui da noi si balbetta “
Così in una nota il coordinatore regionale di Italia Viva Camillo D’Alessandro
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