Daniele Pecci debutta in teatro nel 1990, dando l’avvio a una raffinata carriera anche come regista: tanti i classici portati sulla scena, da “Edipo re” ad “Amleto”, da “Medea” a “Enrico V”, da “Il fu Mattia Pascal” a “Un tram che si chiama desiderio”. È conosciuto e apprezzato non solo per il teatro, ma anche per i molti ruoli in tv e al cinema che costellano la sua lunga storia artistica: ha recitato nelle fiction “Il bello delle donne”, “Orgoglio”, “San Pietro”, “Giovanni Paolo II”, e in film come “Fortapàsc” di Marco Risi e “Mine vaganti” di Ferzan Özpetek.
Un attore eclettico e tenace. Ad Avezzano lo abbiamo apprezzato al Teatro dei Marsi nel ruolo di Amleto, di cui ha curato anche l’adattamento e la regia; prima dello spettacolo ha accettato di incontrare il pubblico insieme a Maddalena Crippa, chiacchierando con noi di Shakespeare, recitazione, esperienze. Sorridente, appassionato del suo lavoro, discreto e coraggioso “La vita può spaventare. Ci vuole coraggio per affrontare la perdita, il dolore, il fallimento, la disillusione amorosa. Mi considero una persona ottimista. So che tutto dipende di me, dalla mia forza di volontà e dalla capacità di migliorarmi ogni giorno”.
Nonostante i suoi numerosi impegni e la nota riservatezza, ha accolto l’invito a rispondere a qualche domanda. Ecco la sua intervista liberamente ispirata al “Questionario di Proust”:
Cos’è il Teatro per te? Il teatro è la condizione che dà un senso alla mia vita “artistica” ed è al tempo stesso la sua chimera.
Qual è la qualità che apprezzi in un artista? La coerenza, l’onestà, la sincerità.
Se non avessi fatto l’attore, cosa saresti oggi? Non so se avrei lo stesso deciso di ‘essere’ qualcuno che dà senso alla propria esistenza esprimendosi, o di ‘non essere’ accettando supinamente un lavoro qualunque.
Cinema televisione teatro, dove ti senti più a casa? In teatro.
Qual è il personaggio a cui sei più legato? Ce ne sono moltissimi. Forse Amleto.
Se potessi fare una domanda a Pirandello, cosa gli chiederesti? Sciocche curiosità, credo. Perché tutto quello che aveva da dire lo ha scritto chiaro e tondo in tutte le sue opere.
L’esperienza di cui sei più orgoglioso? Tutta la mia esperienza artistica, riuscita o meno. L’amore, la dedizione e la serietà con cui ho affrontato tutto.
I tuoi autori preferiti? Sofocle. Shakespeare. Dostoevskij.
Se nella vita reale potessi incontrare un personaggio della letteratura, chi sceglieresti? Shakespeare; è il più complesso ed enigmatico.
Un desiderio lavorativo? Un’esperienza nuova. Un grande film per il cinema.
Freud inserisce l’Amleto e l’Edipo Re al vertice della letteratura universale, sei d’accordo? Certo. Ed è per questo che li ho interpretati entrambi. L’ Amleto addirittura in due diverse edizioni.
Lascia scritto il tuo motto della vita: Non ho motti, o forse ne ho troppi di altri. Ad ogni modo: coraggio!