Marilù Oliva è una fra le più seguite autrici di noir, “la voce più roca e graffiante del romanzo nero italiano” disse una volta Maurizio De Giovanni; scrittrice, saggista e docente di lettere, collabora con diverse riviste ed è caporedattrice del blog letterario Libroguerriero. Ha pubblicato numerosi romanzi, ha co-curato per Zanichelli un’antologia sui Promessi sposi e realizzato due antologie patrocinate da Telefono Rosa, occupandosi da anni – con grazia e sensibilità, ma senza sconti – di questioni di genere, di attualità e del sociale. Con Harper Collins ha pubblicato “Le spose sepolte” (2018), che ha inaugurato la saga della poliziotta Micol Medici, e “Musica sull’abisso” (2019), mentre per Solferino ha scritto “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” (2020), “Biancaneve nel Novecento” (2021) e “L’Eneide di Didone” (2022). Marilù è una donna gentile, tenace, generosa, guerriera nella misura in cui lo sono molte donne: “ogni giorno combattiamo battaglie su diversi fronti, se cadiamo ci rialziamo, ci rimbocchiamo le maniche e non ci scoraggiamo di fronte alle ingiustizie o alle prevaricazioni. Basta poco: una pubblicità inopportuna, una battuta fuori luogo, uno stipendio impari. Siamo guerriere nel senso più profondo del termine: non perché cerchiamo la guerra, ma perché siamo consapevoli che per ottenere quello che desideriamo bisogna sudare”.
Ecco la sua intervista, liberamente ispirata al “Questionario di Proust”:
I tratti principali del tuo carattere? Sono curiosa. Paziente ma severa, in primis con me stessa. Mi piace ridere, eppure ho ben chiara la sensazione che sia tutto provvisorio.
Il tuo passatempo preferito, quando non scrivi o insegni? Un tempo ti avrei detto ballare la salsa. Ora, a parte leggere e camminare, credo sia scrutare il mondo.
Il personaggio di un tuo libro di cui sei più orgogliosa? Sono orgogliosa di Bianca di Biancaneve nel Novecento, e di Didone dell’Eneide. Ma anche di tutte le donne che hanno incontrato Ulisse nell’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre.
Anche non dare visibilità è una forma di discriminazione: si dà sufficiente spazio alle donne in letteratura? Si dà un po’ più di spazio rispetto al passato, perché in tante stiamo combattendo quotidianamente per ogni forma di discriminazione. Però c’è ancora moltissimo da fare.
Un libro necessario? La Divina Commedia per la sua forza prorompente. I Promessi Sposi per la lingua italiana. La Storia di Elsa Morante, tutti i libri di Marquez, ma la lista sarebbe lunga.
Fermo restando il rispetto per la narrativa d’evasione, quanto conta per te il messaggio in letteratura? Non c’è niente di male nella narrativa di intrattenimento, ma non incontra i miei gusti di lettrice né di autrice. Mi sembra insulsa, però capisco che potrebbe essere un mio limite.
In cosa il mito rispecchia il mondo attuale? Nel mito risiedono il nostro immaginario, i nostri sogni, i nostri demoni, alcune acutizzazioni di nostri comportamenti e la nostra propensione a giocare con la fantasia.
L’aspetto che ami di più del tuo lavoro come insegnante? Stare coi ragazzi e con le ragazze. Sentirmi utile.
Quanto è preziosa la scuola per educare i giovani al rifiuto di pregiudizi e intolleranze? Fondamentale.
Esistono supereroi nella vita reale? Certo. Chi si arrabatta tutti i giorni, chi osa per i propri ideali e per i propri diritti, portando avanti una lotta titanica. Un esempio recente? Le proteste in Iran, forza ragazze!
Cosa detesti? L’opportunismo, il leccaculismo, le prepotenze, l’ipocrisia. L’impotenza di fronte all’ignoranza. Il clima di mercificazione di ogni cosa.
Con te sono stati prepotenti? All’inizio moltissimo. Col mio primo libro ho subito una sorta di mobbing. Ma credo che tutto serva, anche solo per corazzarti.
Com’è il mondo editoriale? Complicato. A tratti ingiusto. Troppo arreso alle logiche di mercato. Però ci sono ancora delle oasi, sia tra i grandi che tra i piccoli editori, per cui vale la pena di ben sperare.
Cosa apprezzi di più dei tuoi amici? L’onestà. La propensione a guardare il mondo senza troppe zavorre. E poi la gentilezza. È qualcosa che mi incanta in tutte le persone.
Hai un rimpianto? Mah, forse qualche volta ho scelto le compagnie sbagliate.
Se potessi chiacchierare con un personaggio della mitologia, chi sceglieresti? Vorrei incontrare tutti. Ma se proprio dovessi scegliere, vorrei parlare con Cassandra. So che ci sarebbe molta intesa.
Tre cose che salveresti dalla fine del mondo? Non salverei niente. Abbiamo beneficiato per millenni di tanta Bellezza, se proprio deve finire tutto, io mi arrenderei al corso del cosmo. Direi che già abbiamo ricevuto tanto.