E pure questa è andata. 4 processi, 10 reati contestati (non però la corruzione), senza che avessi fatto niente di male, tutte assoluzioni perché il fatto non sussiste. Ero diventato l’unico politico in Italia, ma credo anche nel mondo, ad essere stato messo sotto processo per i rapporti con alcune cliniche private NON per aver ricevuto da loro mazzette o favori, ma per averle “violentate” per costringerle a firmare un contratto contenente un tetto di spesa più basso salvaguardando così la sanità pubblica, gli equilibri finanziari della sanità regionale. Tutto scoppiò a tre mesi dalle elezioni regionali. Sarà stato un caso. Per fortuna un caso fortunato. Mi ha costretto a non occuparmi più della cosa pubblica perché, se lo fai come va fatto, combattendo le lobbies che si alimentano di soldi pubblici (dei cittadini), allora fa male alla “salute” davvero (infatti D’Alfonso, che non è sciocco, una delle prime cose che ha fatto è stato aumentare la spesa per la sanità privata con i soldi dei cittadini). Bene così, oggi sto bene perché la qualità della mia vita è migliore di quella di allora, e so che lo è anche quella di Lanfranco Venturoni.
Esprimo soddisfazione per la piena assoluzione dopo una lunga e annosa vicenda giudiziaria, nata in un contesto complesso di gestione della sanità abruzzese, di due concittadini come l’ex Governatore Gianni Chiodi e l’ex Assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni e ringrazio al contempo la magistratura per il lavoro svolto che ha portato a fare piena luce sulla controversia accertando così la verità.
A prescindere dalle diverse idee che hanno animato il nostro percorso politico non possiamo tacere il fatto che entrambi hanno lavorato in un contesto assai difficile legato alla gestione della sanità abruzzese che entrava in una fase di Commissariamento, portando avanti un lavoro onesto e serio come acclarato oggi dal percorso giudiziario giunto a compimento, che noi abbiamo raccolto nel 2014 portandolo, non senza fatica, a termine nel 2016 con l’uscita della Regione Abruzzo dal Commissariamento della sua sanità.
Non posso quindi che esprimere vicinanza a Chiodi e Venturoni ed ai loro cari che soffrono e non poco quando una persona vicina viene posta al vaglio dell’azione giudiziaria e purtroppo anche a ciò che ne consegue in termini di esposizione mediatica e non solo.