L’Aquila. “Si tratta di reati ambientali, non esiste alcuna ipotesi di truffa, l’azienda è pronta a porre in essere qualsiasi tipo di correzione nelle procedure ambientali al fine di tutelare l’occupazione nella città dell’Aquila”. Così l’avvocato Giulio Agnelli, che assiste i vertici della società Accord Phoenix, chiarisce alcuni aspetti dell’inchiesta della Procura della Repubblica di L’Aquila sull’azienda di triturazione di rottami metallici. Ora sotto sequestro, dopo il blitz notturno della Guardia di Finanza disposto dal sostituto procuratore Roberta D’Avolio, nello stabilimento dovrebbero essere riassunti dalla società 128 lavoratori dell’ex polo elettronico. Le indagini delle Fiamme Gialle, comunque, vanno avanti serrate e nel massimo riserbo e sono attesi altri sviluppi. L’avvocato Agnelli, dal canto suo, esclude “che l’indagine riguardi la sovvenzione pubblica di 10 milioni assegnata all’Accord Phoenix”, presa dal 4% dei fondi della ricostruzione postterremoto 2009 destinati per il rilancio economico e produttivo e assegnata tramite un accordo con l’agenzia Invitalia. “La società non è assolutamente al corrente di indagini su altri fronti assicura il legale e, in tutti i casi, la proprietà e la dirigenza sono a completa disposizione per chiarire qualsiasi problematica”.
Nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di danno ambientale sono attualmente iscritti in tre: il presidente del Consiglio di amministrazione e rappresentante legale, l’indiano Ravi Shankar, il consigliere di amministrazione e direttore generale della stessa società, Francesco Baldarelli e, infine, il responsabile della produzione, il danese Hansen Jorgen Lundo, i quali sono assistiti dagli avvocati Agnelli e Claudio Verini.