Chieti. Il Tribunale di Chieti ha assolto oggi per non aver commesso il fatto Alessandro Faraone, geometra dell’Ater di Chieti, finito sotto processo con le accuse di turbativa d’asta e corruzione nell’ambito di un’inchiesta che aveva portato a marzo dell’anno scorso ad altrettanti patteggiamenti della pena l’ex commissario straordinario dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale Marcello Lancia ed Ernesto Marasco, architetto dipendente dell’Ater, accusati dagli stessi reati. L’imputazione di turbativa si riferisce a due gare d’appalto indette dall’Ater alle quali erano state invitate imprese che, secondo l’accusa, erano state artatamente segnalate dallo stesso imprenditore che se le era poi aggiudicate: la prima gara per un importo di poco meno di 600.000 euro e la seconda di 606.000 euro, entrambe relative a lavori di riparazione dei danni prodotti dal terremoto del 6 aprile del 2009 ad alcuni edifici di via Amiterno a Chieti di proprietà della stessa Ater.
Quale contropartita, sempre secondo l’accusa, Lancia avrebbe ottenuto varie dazioni di denaro per complessivi 92.700 euro, Marasco 8.000 euro e Faraone una fornitura di mobili per 1.800 euro. Faraone, unico ad aver scelto il rito ordinario, si è sempre detto estraneo ai fatti contestati: una posizione ribadita oggi in aula dal suo difensore, l’avvocato Giacomo Cecchinelli, che ha evidenziato la mancanza di riscontri oggettivi alle accuse nei confronti del suo assistito sottolineando come il geometra non abbia avuto alcun ruolo all’interno del meccanismo della turbativa e che non vi poteva contribuire in nessuna maniera. Il pm Giancarlo Ciani aveva chiesto la condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione.