Vasto. Una folla immensa, di cui è difficile calcolare il numero, ha partecipato ieri mattina a Vasto ai funerali di Domenico Castrignanò e Andrea Marinelli, morti all’alba di domenica all’interno dell’auto trafitta da un guardrail nell’incidente stradale avvenuta tra Petacciato e Montenero di Bisaccia (Campobasso). Cerimonia celebrata in una giornata di caldo insopportabile nella chiesa di San Marco, che non è stata in grado di contenere quanti hanno reso omaggio a due giovani il cui destino ha legato come nella vita anche nella morte: sin dall’asilo le loro storie si sono intrecciate. Il rito è stato presieduto dal parroco don Gianni Carozza e concelebrato da gran parte dei sacerdoti della città. Sulla bara di Andrea le maglie delle squadre del Vasto Marina e del Cupello con le quali ha disputato i campionati regionali di Eccellenza e Promozione, mentre su quella di Domenico spiccava la casacca della Vastese. Diversi i malori per il caldo e l’emozione, con un servizio d’ordine e di assistenza molto curato e la distribuzione di bottigliette d’acqua per migliaia di persone, dai volontari del gruppo comunale della Protezione civile e strade interdette alla circolazione nei pressi della chiesa. Molte le autorità presenti tra i quali il prefetto della provincia di Chieti Antonio Corona, i generali dei carabinieri Michele Sirimarco, comandante Legione Abruzzo, e Lamberto Quarta, comandante del Centro nazionale amministrativo di Chieti scalo, il comandante provinciale dei carabinieri Luciano Calabrò, oltre ai sindaci in fascia tricolore dei Comuni di Vasto, Cupello e Lentella. Era presente anche uno dei due ragazzi rimasti feriti nell’incidente che era ricoverato all’ospedale di Vasto. All’uscita dei feretri il lancio di palloncini colorati bianchi e rossi e l’accessione di fumogeni, come i colori sociali della squadra di calcio cittadina, e la Banda dell’Incoronata ha intonato il brano della colonna sonora “La vita è bella” del maestro Nicola Piovani e l’Inno di Mameli. Andrea sarà seppellito nel cimitero di Vasto, mentre Domenico a Cupello, paese d’origine della mamma.