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In Abruzzo preoccupa la riapertura delle scuole, tempi stretti per adeguare gli edifici

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
16 Luglio 2020
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Pescara. Preoccupazione per la riapertura delle scuole a settembre: ad esprimerla sono i presidenti delle quattro Province abruzzesi, secondo i quali i tempi per adeguare gli edifici sono troppo stretti e gli interventi non sono agevoli. Dubbi vengono sollevati per quanto riguarda le Linee guida nazionali, con i dirigenti scolastici che hanno rivolto molte richieste agli enti provinciali, sottolineando che le risorse insufficienti rischiano di compromettere l’attuazione dei protocolli. Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa a Pescara, cui hanno partecipato il presidente dell’Upa Abruzzo e della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, e quelli delle Province di Pescara, Chieti e Teramo, Antonio Zaffiri, Mario Pupillo e Diego Di Bonaventura.

“Abbiamo la ragionevole convinzione”, dice Caruso, “che il modello di distanziamento sociale che si vuole applicare all’interno delle aule non sia un’azione possibile, soprattutto quando ci si dice che è possibile reperire altri spazi. Io ho già rappresentato direttamente alla ministra Azzolina le difficoltà e i rischi ulteriori nei quali ci potremo imbattere laddove andassimo a interessare spazi nuovi, per cui occorrerà, ad esempio, verifica di vulnerabilità e tutto ciò che riguarda la sicurezza. E’ impossibile praticare questo tipo di protocollo: credo sia un fenomeno riscontrato su tutto il territorio nazionale. In alcuni casi magari ci si riuscirà, ma si determinerebbe una discriminazione tra i più fortunati e i meno fortunati”.

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“Non riusciamo a trovare gli spazi necessari e le soluzioni necessarie perché il mondo della scuola non è soltanto lo spazio dentro l’aula, ma è a 360 gradi – dice Zaffiri – Ad oggi la situazione è ancora abbastanza critica, però si sta lavorando in sinergia con i dirigenti scolastici”. “Ogni Provincia ha ricevuto 750mila euro per gli interventi ‘leggeri’. Questo significa che in provincia di Chieti ogni scuola avrà 15- 20 mila euro, che non sono assolutamente sufficienti per gli interventi che i presidi ci chiedono giustamente”, sottolinea Pupillo.

“È tutto un problema”, osserva Di Bonaventura, “il problema sono i tempi: stiamo ancora raccogliendo le istanze delle scuole, dobbiamo fare dei progetti per capire come fare nuove classi, bisogna trovare le ditte e fare gli affidamenti. C’è agosto di mezzo e il 14 settembre dobbiamo riaprire. Se dovessimo pensare a questo, dovremmo andare a Roma solo a protestare. Abbiamo 60 giorni e solo un folle può sognare di far tornare a scuola i ragazzi. Le linee guida cambiano ogni giorno”, conclude, “non hanno la percezione reale di quelli che sono i nostri territori”.

 

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