Pescara. Dalla prima carta alimenti fatta in Calabria con lino e cera d’api, all’ “incubatrice” campana per i funghi cardocelli realizzata con gli scarti del cardo usati anche per fare le posate, all’acqua tonica agricola in Trentino a base di luppolo, ginepro e genziana. Sono alcune delle innovazioni presentate dai giovani imprenditori della Coldiretti in occasione degli Oscar Green, il salone della creatività Made in Italy.
Tante le idee dove la sostenibilità è la parola d’ordine non solo per il packaging, ma anche per la prima glassa di vino Primitivo prodotta in Puglia con il recupero dei racemi, parte marginale del grappolo.
In Molise c’è invece, chi ha riscoperto l’antica varietà di fagioli ‘della levatrice’ che si donava anticamente alle donne che desideravano diventare madri.
Vengono dall’Abruzzo i primi vini naturali biodinamici fermentati con i lieviti dei frutti ‘mbriachelli’ della Maiella, varietà di montagna certificata grazie ad una collaborazione tra l’azienda e il Parco nazionale della Maiella.
C’è anche una azienda agricola abruzzese tra le finaliste nazionali di Oscar Green 2023, il concorso sull’innovazione promosso da Coldiretti Giovani impresa che si è concluso questa mattina a Palazzo Rospigliosi a Roma con le premiazioni delle aziende che hanno conquistato l’ambito podio. Tra le imprese agricole arrivate in finale (tre per ogni categoria, diciotto in tutto su sei categorie), anche la Biocantina Orsogna 1964 nella categoria “Custodi d’Italia” con il progetto presentato al concorso da Sara Del Monte.
La cantina, presieduta da Giuseppe Micozzi e diretta da Camillo Zulli, è arrivata in finale con i vini fermentati con lieviti “mbriachelli”, progetto realizzato in collaborazione con il Parco Nazionale della Maiella (insieme a ricercatori di un laboratorio di microbiologia e all’Università degli studi di Teramo) con l’obiettivo di tutelare e conservare la biodiversità dell’ecosistema abruzzese. Si tratta di una gamma di vini chiamata “Vola Volè Maiella National Park”: vini biologici, vegani, certificati per la biodiversità e senza solfiti aggiunti, ma soprattutto fermentati con i lieviti autoctoni dei frutti ‘mbriachelli’, chiamati così perché fermentando producono bevande a bassa gradazione alcolica. La selezione di lieviti è avvenuta su 7 specie autoctone e in 7 diverse fasce altimetriche della Maiella. “Ogni anno – ha spiegato Sara Del Monte, 33 anni che ha ritirato il premio per la cantina abruzzese – a conclusione delle prove di microvinificazione viene scelto il lievito da utilizzare nelle fermentazioni dei vini. I lieviti selezionati dai frutti sono conservati presso la ceppoteca della “Banca di conservazione del Germoplasma” del Parco della Maiella e sono a disposizione della comunità. Per la nostra cantina è un onore essere arrivati in finale, segno che stiamo lavorando bene soprattutto grazie alla grande capacità progettuale del direttore Zulli e dall’organo politico nella persona di Micozzi”.
Alla premiazione di questa mattina, alla presenza del Presidente Nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e del Segretario Generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo, c’erano anche il ministro del Masaf Francesco Lollobridiga e il ministro allo sport e ai giovani Andrea Abodi e la delegata nazionale dei Giovani di Coldiretti Veronica Barbati insieme al segretario Stefano Leporati, che hanno inaugurato il salone della creatività made in Italy “Generazione In campo”. Dall’Abruzzo, il direttore regionale di Coldiretti Abruzzo Roberto Rampazzo, i delegati di Coldiretti Giovani Impresa Giuseppe Scorrano (regionale) e Pietro De Sanctis (L’Aquila), il presidente della Cantina Orsogna 1964 Giuseppe Micozzi e il direttore del parco nazionale della Maiella Luciano Di Martino, partner della Cantina Orsogna 1964. Nel corso dell’evento, è stato inoltre presentato un dossier sui giovani agricoltori realizzato dal centro studi Divulga da cui emerge che l’Abruzzo è al primo posto della classifica nazionale per aumento di giovani negli ultimi dieci anni impegnati in agricoltura (+16 per cento).
“Un decisa inversione di rotta rispetto al passato, segno che l’agricoltura abruzzese cresce. Abbiamo un aumento di titolari ma anche di occupati – commenta Giuseppe Scorrano, delegato di Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo – nelle campagne servono figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0 per guidare droni, leggere i dati metereologici ed utilizzare gli strumenti informatici ma anche raccoglitori per le verdure, la frutta e per la vendemmia. Non vanno dimenticati poi i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale o la produzione di energie rinnovabili. Per questo è necessario un piano integrato di formazione che coinvolga le scuole anche per recuperare le conoscenze antiche e vincere le sfida della rivoluzione digitale nelle campagne”.
Per quanto riguarda esclusivamente i titolari di impresa, dal dossier Divulga emerge che le aziende guidate da under 35 – sottolinea Coldiretti – hanno una superficie (Sau) superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Si tratta di imprese con almeno un’attività connessa, indirizzate verso la pratica biologica e verso la commercializzazione dei prodotti aziendali, estremamente digitalizzate. Basti pensare che più di una su tre (34%) è informatizzata e una su quattro (24%) ha realizzato innovazioni in azienda nell’ultimo triennio, secondo l’analisi Coldiretti su dati del Censimento Istat.
Quasi un giovane imprenditore su cinque (19%) è peraltro laureato. Sul piano produttivo emerge come la maggioranza dei giovani imprenditori è impegnato nella coltivazione di ortaggi (13% del totale) ma una quota importante risulta anche ricoperta dal settore delle produzioni agricole associate all’allevamento di animali (11%) e a seguire il vino (10%).
Ad ostacolare la crescita delle giovani imprese agricole restano però – rileva Coldiretti – le difficoltà legate all’accesso alla terra e quello al credito. Il prezzo medio di un ettaro di terreno agricolo in Italia è di 20.900 euro con differenze sensibili a livello regionale e leggermente inferiore nel centro Italia – dice Scorrano – in tal senso occorre sostenere il ritorno alla terra dei giovani e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale superando gli ostacoli burocratici che si frappongono all’insediamento”.
In Val d’Aosta c’è Hortobot, il contadino robot che analizza l’orto prima ancora di essere coltivato, si occupa della semina, del trapianto, dell’irrigazione, della frollatura del terreno e del raccolto, aiuta a risparmiare energie e acqua ed è in grado di leggere improvvise avversità meteo.
E c’è pure l’agrinfluencer veneto in grado di creare una community di agricoltori e allevatori, dando vita al reality “Quella pazza fattoria”. Spazio anche alla solidarietà con le esperienze di welfare agricolo; in Toscana ragazzi autistici sono diventati brigata di cucina al mercato contadino di Campagna Amica, in Lombardia l’azienda agricola è l’occasione dli recupero per detenuti, ex tossicodipendenti e ragazze madri, fino alle Marche dove è nato il Frolla Bus, un furgoncino dove ragazzi disabili sfornano biscotti contadini da vendere nei mercati. Ma
l’innovazione coinvolge anche il turismo, come l’app agribici che dà la possibilità di fare un tour tra le
campagne in Emilia Romagna; ma anche al teatro di viti in Friuli Venezia Giulia, dove si arriva con un qr code
per gustare vino e ascoltare un concerto live di musica classica in mezzo alle vigne.