Pescara. Negli ultimi giorni il reparto di ematologia del Santo Spirito di Pescara è più volte finito al centro dell’attenzione mediatica. Da un lato c’è chi ha denunciato la carenza di personale e la presenza di sale d’attesa fatiscenti e incapaci di contenere il grande afflusso, dall’altro chi ha sottolineato come il reparto sia un centro di eccellenza fortemente attrattivo anche per chi risiede in Lazio, Marche e Molise, dato che l’Abruzzo costituisce una delle sole 7 regioni italiane in cui un paziente ha la possibilità di svolgere interamente il percorso terapeutico negli hub o spoke regionali, senza doversi rivolgere altrove.
Questa mattina, sollecitato da alcuni pazienti, mi sono recato in visita ispettiva nel reparto in questione, ubicato al quinto piano dell’ospedale assieme al reparto di oncologia, riscontrando il grande apprezzamento dell’utenza per il personale sanitario, che con abnegazione accompagna i pazienti nell’intero percorso di cura grazie anche al supporto delle associazioni di categoria. Ho personalmente interpellato molti pazienti e devo dire che non sono mancati elogi per medici, infermieri e altri operatori, e mi sembra giusto riconoscerlo.
Trattandosi come detto di un centro di riferimento che accoglie l’utenza proveniente anche da regioni limitrofe, è del tutto normale che si verifichino problemi di iper afflusso dovuti alla presenza del Day Hospital ematologico e del Day Hospital oncologico. Di questo ci siamo occupati anche nelle scorse estati quando abbiamo sollecitato l’installazione di ventilatori e impianti di condizionamento, poi fortunatamente installati. Dopo un incontro con il precedente direttore generale Ciamponi e la direttrice Accorsi venne assunto un impegno al fine di trovare una soluzione. È al vaglio da tempo una migliore e più efficiente distribuzione degli spazi. Distribuzione che peraltro è già stata definita. Infatti, i Day Hospital di ematologia e oncologia, al momento collocati nell’ala nord del quinto piano, saranno trasferiti rispettivamente al primo e al secondo piano della palazzina che fino a novembre ha ospitato la direzione amministrativa e sanitaria di presidio (dislocate altrove). Una rimodulazione che garantirà una netta separazione tra i reparti di degenza e gli spazi adibiti ad accertamenti e terapie da svolgere in Day Hospital, distinguendo anche le rispettive utenze.
Il lavoro è stato già appaltato ad una società napoletana per un importo di 2.200.000 euro, e consisterà non solo nell’adeguamento dei nuovi spazi ma anche nella realizzazione di due corpi prospicienti alla palazzina vicina al pronto soccorso, finalizzati a sale di aspetto areate e illuminate. Questi interventi potrebbero iniziare tra dicembre e gennaio e richiedere circa 18 mesi.
Le istituzioni hanno il compito di verificare la possibilità di accelerare le procedure e soprattutto di non dilatare i tempi da contratto. Verificherò personalmente già a fine dicembre che i lavori siano iniziati e poi monitorerà l’andamento dei lavori con l’obiettivo di completare quanto prima il trasferimento. Questa nuova dislocazione è fondamentale perché comporterà una migliore canalizzazione dell’utenza, precludendo l’accesso al blocco dei reparti ai centinaia di pazienti che si recano in ospedale per il Day Hospital, con l’aggiunta che l’utenza potrà attendere il proprio turno in spazi più adeguati per sè e per gli accompagnatori.
Altra questione riguarda il reperimento di fondi per la ristrutturazione dei reparti nelle ali sud e ovest, che sono alquanto vetusti e spesso per necessità ospitano più pazienti del consentito. Su questo chiederò a breve una visita con i tecnici dell’ospedale per comprendere il da farsi, risolvere piccole problematiche e programmare il futuro. Collegato a questo problema c’è quello che riguarda l’oncoematologia pediatrica. Abbiamo sottolineato più volte che i piccoli pazienti non possono essere ricoverati nello stesso reparto degli adulti. Per loro, vedere persone anziane ricoverate è una sofferenza che si aggiunge a quella già patita.
Infine occorre sottolineare l’importanza del trial center, che ricopre un ruolo fondamentale esaminando e valutando la possibilità per i singoli pazienti di sottoporsi (solo volontariamente) a studi e opportunità terapeutiche aggiuntive e sperimentali a costo zero. Infatti, malgrado venga spesso svilita, l’attività di sperimentazione è parte integrante dell’attività clinica. Al momento la struttura sta conducendo un’ottantina di studi clinici di rilevanza nazionale e internazionale, e al fine di sfruttarne pienamente le potenzialità sarebbe opportuno potenziare il personale impiegato e snellire le procedure di accesso alle terapie sperimentali, che rappresentano con ogni evidenza un guadagno per tutti, ospedale e pazienti.