Pescara. il Tribunale del riesame di Perugia ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Alfredo Cospito e di altri cinque indagati per, a vario titolo, istigazione a delinquere, anche aggravata dalle finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico in relazione ad alcuni articoli pubblicati sulla rivista Vetriolo.
Il Riesame ha depositato solo il dispositivo del provvedimento.
Non è quindi possibile stabilire per quali motivi sia stata annullata l’ordinanza cautelare che risale al novembre del 2021. La motivazione sarà depositata entro un termine di 45 giorni. Nessuno degli indagati aveva comunque misure cautelari in essere per questo procedimento.
Il Riesame aveva già accolto una prima volta la richiesta di annullamento della misura cautelare ritenendo mancanti i gravi indizi di colpevolezza. La pronuncia era stata quindi impugnata dalla Procura di Perugia davanti alla Cassazione che l’ha annullata con il rinvio per un nuovo esame.
I giudici hanno così dovuto nuovamente vagliare la richiesta di annullamento della misura cautelare.
Pronunciandosi quindi per l’annullamento chiesto dalle difese mentre la Procura ne aveva sollecitato la
conferma. In un’intervista su Vetriolo, Cospito – era emerso dall’indagine – scriveva: “colpire, colpire e ancora
colpire… dell’anarchia vendicatrice, non rinunciare allo scontro violento con il sistema, alla lotta armata, costi
quello che costi”. Nei suoi confronti il gip del capoluogo umbro aveva disposto la custodia cautelare in carcere
ritenendolo vertice di un presunto gruppo di anarchico-insurrezionalisti con riferimento nella Fai, con base
nello spoletino. Provvedimento poi annullato dal tribunale del riesame come le misure nei confronti degli altri
indagati.
Intanto anarchici e antagonisti hanno indetto un presidio davanti al Tribunale di Milano per il 24 marzo, giorno in cui è in programma l’udienza al Tribunale di Sorveglianza milanese per Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso contro il 41bis. Per l’ideologo della Fai la difesa ha chiesto il differimento pena, con detenzione domiciliare a casa della sorella, per le sue condizioni di salute.
“La richiesta del trasferimento ai domiciliari – si legge sui canali social che danno conto del presidio – chiesto
dalla difesa per motivi di salute, è un ulteriore tentativo di preservare la vita del compagno che si trova in
sciopero della fame da quasi cinque mesi per protestare contro il regime di tortura del 41 bis a cui è sottoposto e
in cui lo stato lo vuole lasciare morire”. Nello stesso post si ricorda che “nello stesso giorno, in Francia, la
Corte d’appello di Lione si esprimerà in merito all’estradizione in Italia di Vincenzo Vecchi, compagno
raggiunto da un mandato d’arresto europeo nell’agosto 2019 per una condanna di oltre 10 anni per la rivolta di
Genova 2001”. Il messaggio della “assemblea cittadina contro 41bis e ergastolo” si conclude così: “Al fianco di
Alfredo e Vincenzo, al fianco di tutti i reclusi e tutte le recluse saremo davanti al tribunale di Milano per portare
la nostra solidarietà e continuare la lotta!”