L’Aquila. Tratturo Magno come risorsa turistica, economica, e culturale. Queste le tre parole che possono riassumere il contenuto della scheda tecnica depositata in Regione dall’associazione SalviAmo La Piana, all’interno delle proposte per il Masterplan del Sud. Nata qualche anno fa, essa mira al rilancio dell’Abruzzo interno, emblematicamente rappresentato dalla piana di Navelli, territorio ricco di potenzialità ma che vive oggi una profonda crisi socio-demografica che con gli effetti del sisma rischia di acuirsi. La proposta prevede “interventi infrastrutturali che favoriscono la messa in rete e la fruizione sostenibile delle risorse delle aree montane e rurali interessate dal sistema costituito dal Tratturo Magno e dal complesso di bracci tratturali e vie interpoderali che dalla Piana di Campo Imperatore e dalla Valle Subequana confluiscono sul Regio Tratturo. Messa in sicurezza e miglioramento della viabilità di montagna e intercomunale; recupero di edifici di proprietà pubblica per una nuova offerta turistico-culturale; opere per la valorizzazione e l’accesso alle emergenze archeologiche e storico-culturali; recupero di emergenze architettoniche e tratturali; realizzazione di opere ex-novo per una via verde peri-urbana su demanio tratturale”. Un documento nato nel settembre 2015 da una forte comunione d’intenti, discusso da associazioni, pro-loco e dai sindaci dei Comuni della zona in occasione delle prime due tappe del cammino lungo il Tratturo Magno, evento che vede tra gli organizzatori gli stessi attivisti di SalviAmo la Piana. L’obiettivo è “dare riconoscibilità unitaria ai beni comuni presenti lungo il Tratturo Magno e nei Comuni del Tratturo per favorire una migliore vivibilità del territorio da parte degli abitanti e un’efficace “narrazione” turistica della storia millenaria dell’Abruzzo Interno dall’epoca pre-romana al rinascimento, fino ai giorni nostri”. Un segnale forte da parte della comunità locale, che esprime un’ altrettanto forte esigenza di rinnovamento e di partecipazione al futuro della propria terra. “In questo baillame politico”, scrive l’associazione, “noi ci chiediamo quanto pesano le proposte di progettualità che provengono dal territorio dei comuni del cratere e chi le fa valere? Non è una questione politica, ma una questione che riguarda il futuro del nostro territorio e il creare opportunità perché possa essere più facile restare piuttosto che andare via di qui” E assicura: “Nei prossimi mesi torneremo insieme a discutere la proposta, e a ribadire la nostra comune convinzione che un altro sviluppo è possibile, uno sviluppo che trasformi quelle che sono attualmente risorse comuni passive, in risorse attive intorno alle quali creare nuovi posti di lavoro e nuova occupazione, soprattutto per i giovani”. @DiegoRenzi