L’Aquila. Un’occasione importante per il Teatro Stabile d’Abruzzo e il Teatro del Sangro arriva con il debutto dello spettacolo ‘Regina Madre’ a Holstebro, in Danimarca, nella sede dell’Odin Teatret. L’appuntamento, in programma domani, corona la settimana di lavoro in laboratorio intensivo, guidato da Valerio Peroni e Alice Occhiali, che gli allievi del Teatro studio di Lanciano e Vasto stanno vivendo nel tempio del teatro contemporaneo nell’ambito di un progetto pedagogico di Rossella Gesini.
‘Regina Madre’ è una commedia a due personaggi ambientata ai nostri giorni scritta da Mario Santanelli, un testo contemporaneo che è già un classico. Il racconto prende le mosse da un classico ‘ritorno a casa’. Alfredo, grigio cinquantenne segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato, che ancora lo coinvolge, e di un’attività giornalistica nella quale non è riuscito ad emergere, un giorno si presenta a casa della madre dichiarandosi deciso a rimanervi per poterla assistere nella malattia. In realtà egli nutre il segreto intento di realizzare uno scoop da cronista senza scrupoli: raccontare gli ultimi mesi e la morte della vecchia signora. Ma la vecchia signora, di nome Regina, seppure affetta da ogni specie di infermità, appartiene alla categoria delle matriarche indistruttibili.
Tra i due personaggi in scena si instaura così un teso duello, condotto mediante uno scambio ininterrotto di ricatti e ritorsioni, di menzogne e affabulazioni. In questo microcosmo dai confini continuamente invocati e negati, madre e figlio si inseguono, si cercano e si respingono saccheggiando presente, passato e futuro, in una incalzante altalena di emozioni che hanno nel grottesco la tonalità dominante. A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Tuttavia, come sempre accade nelle coppie legate per la vita e per la morte, anche qui non sarà possibile, e neanche legittimo, distinguere il vincitore dal vinto. Con questo testo si misurano Stefano Angelucci Marino, che ne cura anche la regia, e Rossella Gesini lavorando con due maschere antropomorfe, realizzate da Teatro Brat, che permettono la trasfigurazione.