Lanciano. “Familia Paone” torna in Abruzzo, al Teatro Fenaroli di Lanciano, sabato 18, alle 21, nell’ambito della stagione di Teatro contemporaneo del Comune di Lanciano.
Lo spettacolo, protagonista di una fortunatissima tournée in Argentina, Uruguay e Paraguay, da novembre 2022 a gennaio 2023, è prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Teatro del Sangro, con il patrocinio della Regione Abruzzo e del Ministero della Cultura, ed è promosso dal Cram (Consiglio regionale abruzzesi nel mondo) e da Fedamo (Federazione delle associazioni abruzzesi in Argentina).
“Familia Paone”, testo di Stefano Angelucci Marino, regia e interpretazione Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino, maschere Brat Teatro, scenografia Tibò Gilbert, nasce dall’esperienza teatrale vissuta in Sudamerica dal 2014 ad oggi dagli attori e registi Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini grazie a tre produzioni (“Tanos” 2016, “Arturo lo chef” 2018, “Hermanos” 2019) realizzate sempre con il Teatro Stabile d’Abruzzo.
I due artisti, dopo essere entrati in contatto diretto con la prima, seconda, terza e quarta generazione dei migranti italiani e abruzzesi, sentono ora l’urgenza di affrontare il tema del recupero dell’italianità da parte dei discendenti. Mai come in questa epoca pare emergere il bisogno di un recupero d’identità da parte dei giovani e meno giovani italiani di origine, un recupero che si esprime come desiderio di conoscere la propria storia, le proprie radici.
Un recupero che matura proposte positive (frequentare corsi, stage universitari o lavorare in aziende italiane) e che produce anche corti circuiti negativi. È per questo che “Familia Paone” si basa su una drammaturgia originale, ispirata dai romanzi del realismo magico della letteratura latinoamericana, frutto della rielaborazione del materiale prodotto dal processo di ricerca artistica degli artisti coinvolti.
I nove componenti del Clan Paone raccontano e vivono tensioni, splendori e miserie di una certa italianità in Latinoamerica. Nove maschere antropomorfe che permettono la trasfigurazione. Un particolare codice espressivo nato dalle suggestioni create dai murales e dai “bamboloni” della Boca, il celebre barrio porteño contraddistinto da una forte impronta italiana. L’utilizzo di diversi linguaggi, l’Italiano, l’Abruzzese, lo Spagnolo e il Cocoliche (lo spagnolo italianizzato degli emigranti), a confermare gli incontri-scontri culturali e territoriali. Dialoghi semplici, diretti, scarni. Questi gli elementi formali scelti per raccontare una storia di italiani senza Patria. Prenotazione obbligatoria al 340 9775471, biglietto 10 euro.