Silvi. “Con sommo stupore leggo frasi diffamatorie che colpiscono il mio intelletto, la mia persona e l’operato della mia squadra”. Lo dichiara il sindaco di Silvi Andrea Scordella.
“Sono 5 anni che stiamo lavorando per Silvi e non abbiamo tempo di occuparci di inutili e ridicole storielle pronte a screditare me e tutta la mia coalizione.
Purtroppo quando non si mastica bene la gestione della “res pubblica” e delle finanze di un’ente pubblico, capita di inciampare nell’inesperienza e si parla a vuoto.
È naturale che l’opposizione cerchi di attaccarmi, appigliandosi a parole forse dette male, ma sicuramente interpretate a convenienza.
Il dato è semplice ma la spiegazione è un po’ più complessa; iniziamo da qui:
Purtroppo dopo anni di inadempienze e di conseguenza di bilanci chiusi sempre in passivo, bisognava ripianare gli stessi, per evitare il collasso dei conti pubblici.
Che cos’è il BILANCIO COMUNALE? È l’insieme dei documenti che regola l’attività economica e finanziaria di un’amministrazione comunale.
Si tratta di uno dei cardini intorno al quale ruota la vita dell’amministrazione. Da un lato, infatti, permette di pianificare gli interventi pubblici che un comune vuole mettere in atto, analizzando le uscite relative. Dall’altro serve a rendicontare le entrate.
Sfortunatamente si è arrivati a 12 mln di crediti non riscossi di cui la maggior parte derivanti da Imu e Tari. Un errore da principianti? Non saprei!
Con il decreto legislativo n. 118 del 2011 è stato
ridefinito l’ordinamento contabile degli enti territoriali e degli organismi strumentali. Dopo una fase di sperimentazione, la nuova contabilità è stata applicata agli enti territoriali a decorrere dal 2015; Tra l’altro il legislatore ha creato un periodo ponte fino al 2018 per porre in essere tutta una serie di azioni per evitare il possibile dissesto degli enti, che si sarebbero ritrovati (come successo a Silvi) con un grande risultato passivo da risanare. Gli strumenti erano “semplici”, bisognava potenziare le riscossioni in modo da contrastare l’evasione e la riduzione della spesa corrente; misure che poco si addicono alla vecchia politica clientelare.
Appena abbiamo iniziato ad operare, nel 2018, l’amministrazione con senso di responsabilità ha messo in atto tutto questo e le carte parlano chiaro.
Con un lavoro certosino, l’assessore al bilancio Alessandro VALLERIANI si è sporcato le mani, ha reinserito e ricontrollato, con i nuovi parametri, tutte le voci ed è questo il motivo per cui l’ente finalmente è esploso con il disavanzo.
Se ci fosse stato un disavanzo ed un “ripiano” del disavanzo in atto, allora la parola “buco” non sarebbe stata così pellegrina.
Chiamiamolo ripiano (cioè mettere in piano, ricoprire), buco, cratere, fosso ma non veniteci a raccontare frottole!
Alimentare dei sospetti è assai semplice; c’è gente che sopravvivere politicamente con sterili polemiche.
Cari politici o politicanti quello che è stato fatto sotto il nostro legislativo, è sotto gli occhi di tutti; così come la decadenza precedente e i ritardi accumulati da una classe dirigente che invece di rimboccarsi le maniche è stata abile solo nella propaganda”.