Pescara. Il sindaco di Pescara, Carlo Masci scrive alla presidente dei Premi Flaiano Carla Tiboni: Masci ha inviato una lettera in cui esprime tutta la sua “amarezza” per la decisione di portare via da Pescara i Premi Flaiano.
“Gentile avvocato Tiboni”, scrive il sindaco Masci, continuo a leggere e ascoltare le sue dichiarazioni alla stampa in merito al futuro dei Premi Flaiano fuori da Pescara e lo faccio con grande amarezza, generata dalla mancanza di comunicazioni ufficiali pervenute al Comune, né in questi giorni né nelle scorse settimane né nei mesi passati. Ristabilisco, visto che lei non lo fa ormai da tempo, il canale di comunicazione ufficiale per chiarire alcuni concetti che credo vadano fissati, nella grande confusione che sta oscurando la realtà e che appaiono determinati, almeno a me.
I numeri dicono che questa amministrazione ha fatto tantissimo per i Premi Flaiano, mai meno di tutte le altre amministrazioni che si sono succedute nel tempo, anzi rispetto ad alcune ha fatto molto, molto di più, e il Comune di Pescara è sempre stato vicino ai Premi, come deve esserlo rispetto ad altri eventi e alle istituzioni culturali pescarsi. Eppure questa amministrazione è sempre stata oggetti di critiche pesanti da parte sua, con ripetute minacce di lasciare Pescara. L’ultima è arrivata, come accade ormai abitualmente, tramite la stampa, nei giorni scorsi, senza che nessuno delle organizzazioni dei Premi Flaino abbai preventivamente interloquito con il Comune: non risultano richieste di contributi, tanto meno richieste per l’allestimento del palco, anzi nel momento in cui è venuta meno la disponibilità del teatro d’Annunzio, nel 2024, lo stesso Comune l’ha subito rassicurata sul sostegno a queste spese, che poi è puntualmente avvenuto.
Anche per il 2025, Regione e Comune di Pescara, insieme, hanno fatto la loro parte, finanziando i Premi con una cifra complessiva finanche superiore rispetto allo scorso anno, senza porre alcun tipo di problema, e non avremmo sicuramente mancato di accollarci, come Comune, le spese di allestimento del palco, come già fatto in altre occasioni, per garantire la migliore riuscita della serata finale, laddove necessario. Ricordo che parliamo, in totale, di 80mila euro per il 2025 sotto la voce contributi, più le altre spese poco sopra accennate.
Nonostante la previsione di queste cifre, lei coglie nuovamente l’occasione (generata da motivi a noi ignoti e mai comunicati né ufficialmente né ufficiosamente) per attaccare l’amministrazione attraverso la stampa e formulare la sua ormai consueta minaccia di portare i Premi via da Pescara, sfoderando una clava che è sempre lì, pronta per essere agitata ciclicamente, da anni. Questo comportamento non è solo anomalo, ma appare inaccettabile, per la città di Pescara.
Lo spaccato che si va configurando è quello di un soggetto privato che, ritenendo di detenere per diritto di successione il monopolio esclusivo della figura di Flaiano, pensa di poterne disporre al punto tale da far migrare Flaiano fuori da Pescara. Anzi no, questa migrazione sarà temporanea, solo per un anno, per poi tornare qui, e comunque la sede sarà definita in base al miglior offerente. E così, via via che passano i giorni, intravediamo un Flaiano inversione mercenario, un businessman che migra verso lidi più vantaggiosi, vittima di una sorta di asta che non ha nulla di culturale. Preferisco non chiedermi cosa avrebbe fatto suo padre, che affrontava le istituzioni vis a vis, neppure cosa avrebbe pensato e detto Flaiano, sempre sferzante e sagace, se entrambi avessero saputo di questo viaggio per una destinazione sconosciuta.
Le dico invece cosa pensiamo noi e cioè che Comune e Regione sono pronti a continuare a contribuire ai Premi così come sono pronti a finanziare tutte le manifestazioni culturali che fanno parte della storia della città, alimentando con convinzione quegli eventi nati negli ultimi anni su questo territorio, e siamo desiderosi di finanziare sin da ora altri progetti e idee innovativi, portatori di nuova linfa ed energia positiva, sempre nel nome di Flaiano: quel genio, e credo che su questo siamo tutti d’accordo, non può essere appannaggio esclusivo di questo o di quel soggetto, ma deve restare patrimonio della città e di tutti quelli che lo hanno amato, per questo il Comune vuole esserci, insieme alla Regione e a chiunque sia pronto a investirci.
D’altronde lo abbiamo già fatto per celebrare Gabriele d’Annunzio, che era stato cancellato per motivi ideologici dalla sua città, e per la Coppa Acerbo, supportando una grande operazione, svincolata da un marchio che non può e non deve esistere autonomamente rispetto alla città, così come abbiamo creduto nella Notte dei serpenti, un evento straordinario che la Rai ha trasmesso sui canali nazionali.
Flaiano, come d’Annunzio, rimarranno indissolubilmente legati alla città che li ha visti nascere per cui immagino che i Premi, se davvero andranno via da Pescara, non potranno che assumere il nome di qualche altra personalità proponendo lo stesso format che – quello sì – è monopolio di chi lo ha creato. Ma non posso tacere ciò che penso e cioè che non condivido nulla di questa operazione, i cui contorni mi restano oscuri, e non ci stiamo ad essere additati come responsabili della sua mancanza di serenità e della sua volontà di trasferire in altra sede la manifestazione per tutte le ragioni che le ho scritto.
Tanto era dovuto anche nei confronti di coloro che accusano il Comune del paventato addio ai Premi Flaiano a Pescara, ma non si soffermano su quanto sia grave che qualcuno pensi di poterli spostare come un pacco postale non considerando il legame di Flaiano con la sua città natale”.