Rapino. L’amministrazione comunale e il sindaco Rocco Micucci hanno accolto la squadra del Rapino Calcio in Municipio, per i ringraziamenti ufficiali a seguito della conquista della promozione con ben 2 turni di anticipo.
“Il Rapino”, ha detto il primo cittadino, “non è mai stata soltanto una squadra di calcio: è sempre stata una realtà fortemente intrecciata alla storia del paese, il veicolo d’identità, di appartenenza, di orgoglio di questo luogo, per cui questa è una promozione è veramente bellissima. Certo ogni promozione è bellissima ma questa è particolarmente importante perché con questo risultato storico restituisce entusiasmo e fiducia a questa comunità”.
“Guido questa cittadina da tanti anni, non avevo mai avuto questa fortuna e finalmente sono il sindaco felice di un paese in festa che vede questa promozione anche per come è arrivata, cioè attraverso una cavalcata spettacolare dall’inizio alla fine del campionato e attraverso un gruppo solido capace di esprimere tanta bellezza e tanta gioia. La vedo come un rilancio non soltanto calcistico ma anche sociale”.
Una impresa storica, quella del Rapino Calcio che non aveva mai raggiunta questa categoria, conquistata grazie al lavoro fatto dall’indimenticabile presidente Domenico Di Fazio, scomparso a causa di un tragico incidente d’auto. Lavoro portato avanti dal fratello e attuale presidente Marco Di Fazio, fino a coronare il sogno di salire in Promozione, dove la squadra del piccolo centro ai piedi della Maiella dovrà competere con realtà cittadine e societarie di ben altro calibro.
“Grazie per tutto quello che avete fatto e per le emozioni regalate, anche in Coppa Abruzzo, dove già essere in finale è uno straordinario risultato. Ma so che avete ancora fame”, ha detto rivolgendosi a giocatori e dirigenti il sindaco Micucci. “E adesso pensiamo già al futuro. Perché è già realtà. Vi chiediamo di farci continuare a sognare. Avete fatto tanto, lo volete più di noi. È dura, ma sarà ancora più bello, affrontare la sfida del nuovo campionato. Cui ci dobbiamo preparare insieme”.
“Come squadra, come società, ma anche come Amministrazione e come Comunità. Dobbiamo prepararci anche ad essere accoglienti. Se è vero che avrete l’onore di giocare in stadi città neanche paragonabili al nostro paese, è vero anche che dobbiamo ospitare nel migliore dei modi squadre blasonate con un curriculum calcistico che farebbe impallidire chiunque. Ma non noi. Perché”, ha concluso, “se c’è un messaggio che sicuramente passa, dopo la vostra impresa, è che siamo una squadra e un paese che hanno coraggio. Che mettono il cuore, prima di ogni cosa. E lo dimostreremo ancora e a tutti”.