Lettori del weekend, il libro consigliato per questo fine settimana è la biografia di una figura che ha segnato la storia della musica, Kurt Cobain, leader del gruppo punk rock Nirvana. “L’angelo bruciato, la storia di Kurt Cobain” è la biografia scritta dal giornalista Dave Thompson nel 1995, un anno dopo la morte di Cobain. Ripercorrendo a ritroso la vita del musicista, dal 5 Aprile 1994 cercheremo di far luce su alcune tappe della sua storia.
La scorsa settimana ricorrevano i 25 anni della morte dell’artista e, incuriosita dopo aver letto la sua lettera di morte, ho deciso di approfondire l’argomento e iniziare a sentire le canzoni dei Nirvana, un genere musicale diverso da quelli che ascolto. Con il sottofondo di “smells like teen spirit” ho iniziato la lettura di una storia alquanto singolare, un’infanzia difficile tra i boschi di Aberdeen, l’approccio alla musica, la prima chitarra elettrica, le esibizioni negli scantinati di una Seattle di fine anni 80 e l’ascesa al successo di un biondo ragazzo americano, in due anni diventato simbolo di una generazione.
Sul palco un frontman energico e irrefrenabile, dietro le quinte un uomo tormentato dalla dipendenza da droga e alcool. Più volte tentò il suicidio, una delle ultime fu a Roma, quando venne ritrovato in overdose in una camera d’hotel. Di li a poche settimane Cobain entrò tristemente nel “club 27”, nome dato ai cantanti rock che, per coincidenza, morirono tutti per cause poco chiare a 27 anni. Un colpo di fucile nella fronte, una lettera e il suo corpo: questa la scena che si presentò agli investigatori quando l’elettricista, incaricato di fare alcuni lavori in casa Cobain, chiamò le forze dell’ordine davanti alla scena funebre. Ma cosa ha spinto un giovane, ricco e promettente musicista a farla finita?
“Pace, amore, empatia”, sono queste le ultime parole che ci ha lasciato Kurt Cobain.
Buona lettura. Francesca Salvati.