Scanno. Il lago a forma di cuore si è abbassato misteriosamente di tre metri dopo il sisma dello scorso 24 agosto. Il fenomeno si era verificato anche sette anni fa dopo il terremoto dell’Aquila. Come riporta il quotidiano Il Centro c’è preoccupazione, e tanti sono gli interrogativi: ci sono crepe nel lago che causano una dispersione di acqua? Fratture nella roccia forse provocate dai terremoti? Il commissario straordinario della Comunità montana peligna, Eustachio Gentile, ha inviato un documento al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, per chiedere di esaminare il fenomeno. Per ora la causa di questo notevole abbassamento del livello delle acqua resta avvolto nel mistero. «A seguito del terremoto del 24 agosto scorso il fenomeno del calo repentino del livello delle acque si è ulteriormente e pericolosamente accentuato», afferma Gentile, «e in tanti abbiamo notato che, nel giro di pochi giorni dopo il sisma, l’abbassamento del livello delle acque ha subìto una pericolosissima accelerazione, forse a causa del dilatarsi di una frattura già provocata dal terremoto dell’Aquila nel 2009. Nel 2012, a nostre spese, avevamo provveduto a far realizzare un primissimo studio geologico al professor Enrico Miccadei dell’Università di Chieti. Studio che è stato poi inserito nel Piano di gestione del lago di Scanno, ricompreso nella Zona di protezione esterna del Parco d’Abruzzo, promosso sempre da questo Ente su finanziamento regionale. Se vogliamo valorizzare e ottimizzare i soldi pubblici spesi finora, si renderebbe urgente e necessario dare seguito a quanto già prodotto attivando un approfondito studio scientifico attraverso il quale decidere se e con quali progetti esecutivi intervenire non solo rispetto al fenomeno dell’abbassamento del livello delle acqua, ma anche per la conservazione e la salvaguardia più complessiva del lago di Scanno e della sua pregiata biodiversità». Ci sono poi altri misteri legati al lago come quello delle bussole dei sub che s’immergono nella zona nord del comune di Villalago. Le lancette degli strumenti, una volta sott’acqua, non segnano il nord e piegano in tutt’altra direzione. Tanto da spingere i tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, Fabio Florindo e Marco Marchetti, a compiere degli accertamenti. Con l’aiuto di due imbarcazioni messe a disposizione dall’Associazione pescatori presieduta da Enzo Gentile l’Ingv ha monitorato i fondali alla ricerca di eventuali segnali magnetici. Sono state trovate armi risalenti alla Seconda guerra mondiale e altri oggetti in ferro sepolti nel limo.