L’Aquila. Tornano a farsi sentire gli studenti fuori sede, i giovani e i precari d’Abruzzo che chiedono a gran voce i loro diritti alle istituzioni.
“Alla luce delle ultime notizie dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio”, sottolineano, “è inaccettabile che ancora nessun provvedimento sia stato preso per le studentesse e studenti fuori sede che si trovano in Regione e che continuano ad avere problemi economici da quando non hanno più un lavoro e molte famiglie non hanno beneficiato di alcun sussidio, da quando risultano insufficienti le borse di studio ed è difficoltoso anche il pagamento elevato della rata universitaria. È inaccettabile che a distanza di due mesi molte e molti si sono ritrovate e ritrovati a dover recedere i contratti d’affitto, perché in nessun provvedimento siamo presenti, perché per noi non esiste il diritto all’abitare.
“Noi non siamo una generazione fantasma”, tuonano i precari e studenti d’Abruzzo, “anche noi rappresentiamo una grande risorsa, la nostra presenza è largamente diffusa nel territorio. Non possiamo permettere che ci venga negato un diritto come quello allo studio, per questo stiamo portando avanti una campagna con la rete nazionale Noi Restiamo: anche nelle università dell’Abruzzo vogliamo più residenze pubbliche, vogliamo una copertura totale delle borse di studio, vogliamo che i tirocini vengano retribuiti, che il materiale per la didattica a distanza sia accessibile a tutte e tutti, vogliamo l’abolizione dei test d’ingresso all’università e la sospensione della terza rata e di tutte le rette del prossimo anno”.
“Le ultime rate sono quelle più alte”, ricordano, “ed inoltre sono quelle che aumentano per i fuori corso, ci chiediamo come possiamo pagarle se abbiamo perso il lavoro o se le nostre famiglie non possono più permetterselo. Nei giorni scorsi abbiamo inviato una lettera alla Regione Abruzzo e ai rettori delle università, ma non abbiamo ricevuto risposta. Non accetteremo passivamente il rischio che a causa di un sistema universitario fallimentare le immatricolazioni possano ancora calare, soprattutto se esistono soluzioni che potrebbero andare incontro a ogni singolo studente. Vogliamo che il nostro diritto allo studio sia preservato e che venga rivoluzionato un sistema universitario che già prima dell’emergenza si rivelava essere inadeguato”.
“Quanti altri contratti ancora dovremo recedere affinché ci ascoltino?!”, concludono, “quante iscrizioni ai corsi dovremo annullare affinché venga fatto qualcosa di concreto?!”.

