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Il grande ritorno dei sentieri: trekking e cammini d’Abruzzo

Redazione Abruzzolive di Redazione Abruzzolive
16 Dicembre 2025
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All’alba, il Gran Sasso si tinge di rosa e oro: il silenzio dei sentieri è rotto solo dal passo lento di chi percorre un tratturo antico. In Abruzzo, il fenomeno del turismo escursionistico è in crescita costante: secondo i dati regionali, negli ultimi cinque anni le presenze legate al trekking sono aumentate di oltre il 30%, segno di un interesse sempre più diffuso. “Camminare qui significa riconnettersi con la natura e con sé stessi”, racconta una guida ambientale del Parco Nazionale. 

Non si tratta più di un’attività riservata a pochi appassionati, ma di un vero motore di turismo sostenibile e di riscoperta delle aree interne. L’escursionismo diventa così un ponte tra paesaggi incontaminati e comunità locali, capace di attrarre sia chi conosce già questi luoghi sia chi li scopre per la prima volta.

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Non solo natura: la storia che si cammina

In Abruzzo, ogni cammino racconta una storia. I sentieri non sono soltanto percorsi naturalistici, ma rotte che intrecciano memoria e cultura. Il Cammino dei Briganti, tra Abruzzo e Lazio, ripercorre le vicende della banda di Cartòre, restituendo atmosfere di ribellione e sopravvivenza. 

I Sentieri dei Parri, nella Majella, evocano la transumanza e l’eremitismo, con tracce di pastori e monaci che hanno plasmato il paesaggio. E poi il Tratturo Magno, il “re” dei tratturi, che collegava L’Aquila a Foggia, testimonianza viva della civiltà pastorale. 

Camminare qui significa immergersi in un viaggio nel tempo, dove ogni passo è un contatto diretto con radici profonde. L’Abruzzo offre così un’esperienza unica: il trekking diventa un modo per conoscere la natura e, insieme, la storia di un popolo che ha fatto della montagna la sua identità.

La scommessa (responsabile) sulla bellezza

Affrontare un sentiero di media-alta difficoltà senza la giusta preparazione è un azzardo che non vale la pena correre. La montagna abruzzese, sebbene magnifica, non perdona l’improvvisazione. Pianificare un’escursione è l’esatto contrario del fare scommesse sportive impulsive dal divano di casa: qui non si punta una fiches su un risultato aleatorio, ma si investe sulla propria preparazione e sicurezza. 

La vera vittoria non è arrivare per primi, ma tornare a valle con occhi pieni di meraviglia e nel pieno rispetto dell’ambiente. Per chi cerca emozioni forti ma di segno opposto, legate al caso più che alla fatica, esiste un mondo totalmente differente, come quello del gioco online che propone, ad esempio, una vasta selezione di slot e roulette su portali dedicati all’intrattenimento digitale, ma che con la montagna condivide ben poco.

L’Impatto sui borghi: dalle case chiuse alle locande piene

Il trekking ha portato nuova vita ai borghi abruzzesi. Località come Civitella Alfedena, Caramanico Terme o Rocca Calascio hanno visto riaprire B&B, locande e agriturismi, mentre piccoli negozi di prodotti tipici hanno ritrovato clienti grazie al flusso di escursionisti.

Dove un tempo le case erano chiuse e i paesi svuotati, oggi si respira un’atmosfera di accoglienza e vitalità. Non solo: sono nate nuove figure professionali, dalle guide ambientali ai servizi di trasporto bagagli, che rendono l’esperienza più accessibile e organizzata. 

L’escursionismo, dunque, non è soltanto un fenomeno turistico, ma un volano economico e sociale che restituisce dignità e prospettiva alle comunità montane, rafforzando il legame tra territorio e visitatori.

Le sfide del successo: tutelare per non consumare

Il successo del trekking in Abruzzo porta con sé anche responsabilità. Alcuni sentieri iconici rischiano il sovraffollamento, con conseguenti problemi di rifiuti e degrado. La manutenzione dei tracciati diventa essenziale, così come l’educazione dei nuovi camminatori ai principi del “Leave No Trace”, per non lasciare tracce del proprio passaggio. 

Solo un approccio consapevole può garantire che la bellezza rimanga intatta e che l’esperienza continui a essere autentica. La sfida è bilanciare crescita e tutela, affinché il turismo lento non diventi consumo rapido del paesaggio.

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