Prati di Tivo. Il Giro-E fa tappa in Abruzzo e sceglie come sua città di partenza il capoluogo, L’Aquila. Sarà il secondo vero arrivo in salita di questa edizione, dopo Oropa: 1.800 metri di dislivello positivo suddivisi tra due erte, di cui l’ultima, che porta al traguardo posto nella località sciistica di Prati di Tivo, è la più lunga e impegnativa, con quasi 15 chilometri al 7 per cento medio.
Ma lontani da freddi numeri e gesti atletici, lasciando sullo sfondo il massiccio del Gran Sasso d’Italia con tutte le sue infinite possibilità di turismo attivo, dimenticando per un attimo lo sport e il Giro che qui è partito l’ultima volta nel 2021, a L’Aquila occorre prendersi il tempo di chiudere gli occhi e ascoltare il proprio respiro e con esso il respiro di questo luogo, attraversato da tanti terremoti di cui l’ultimo, terribile, nel 2009, 15 anni fa, e sempre risorto a nuova vita, divenendo, com’è oggi, una scuola di buone pratiche tecniche e ingegneristiche di ricostruzione post-sisma, famosa in tutto il mondo, con esiti come quello della Basilica di Santa Maria di Collemaggio. E poi, riaprendo gli occhi, sarà tempo di godersi una bellissima città, oppure di montare in sella e pedalare.
La tappa L’Aquila-Prati di Tivo
Due le strade: il motore al massimo e comodi sulla sella, oppure si richiede un’assistenza minore, ci si alza sui pedali e, facendo la fatica giusta, ci si sente un po’ campioni.
Questa è la tappa giusta per farlo. L’ottava del Giro-E Enel 2024 parte dalla città che sarà Capitale della Cultura nel 2026 e che è già stata sede di tappa per il Giro in diverse occasioni. L’ultima volta nel 2021, con la partenza de L’Aquila-Foligno (vittoria di Peter Sagan), mentre l’ultimo arrivo fu nel 2019 (Pello Bilbao). Anche Prati di Tivo, sede dell’arrivo, è un traguardo con una buona tradizione ciclistica. La prima volta al Giro d’Italia fu nel 1975 (vittoria di Battaglin), poi tre volte alla Tirreno-Adriatico (con vittorie di Nibali 2012, Froome 2013 e Pogacar 2021); infine una volta ad aprile 2024 al Giro d’Abruzzo (successo di Lutsenko).
Nel mezzo c’è un percorso in una natura incantevole, che comincia con un tratto fuori percorso di 28,8 chilometri per poi immettersi nel tracciato del Giro a Croce Abbio (quota 1.276), dopo una prima, bella salita. Lunga discesa verso la vallata del Vomano, quindi inizio della salita finale verso i 1.450 metri di Prati di Tivo, che si raggiungono dopo ben 68,2 chilometri percorsi dall’avvio. Non c’è che dire: una tappa da ricordare.