L’introduzione della figura del “docente esperto” ha scatenato reazioni vivaci, in una campagna elettorale a dir poco infuocata. Secondo Carlo Frascari, segretario regionale Snals, si tratta di una proposta da bocciare e rispedire al mittente.
“Qui si deve parlare di docente esasperato”, attacca Frascari, “altro che di docente esperto. In questo caldo agosto preelettorale è piombato sulla scuola italiana un ennesimo tentativo di proporre una carriera interna del corpo docente, di cui si discute da anni, attraverso la figura del docente esperto. A parte l’ennesima invadenza del governo su materie di natura contrattuale (ma nessuno si illuda che il sindacato ormai si è abituato a questo scempio del diritto del lavoro), la singolare “invenzione” ha molti aspetti che la rendono non solo inaccettabile ma addirittura dannosa per la scuola.
“La prima domanda”, chiarisce il segretario dello Snals Abruzzo, “è: se per gli esperti viene mantenuto lo stato giuridico funzionale del docente “normale” quale utilità ne deriva per il sistema? Si potrebbe rispondere che occorre premiare chi fa lunghi e impegnativi percorsi di aggiornamento con valutazione finale. Ma se così fosse non si può limitare ad un numero insignificante (meno del 6% nel totale degli anni fino al 2035!) l’accesso a tale profilo. Agli altri “non esperti” tocca guardare con invidia il collega che percepisce circa 400 euro di aumento mensile. Dalla dubbia selezione con regalo finale perché sono esclusi i docenti che andranno in pensione prima del 2032? Forse sono colpevoli di essere troppo vecchi?
Come si può proporre ad una categoria peggio pagata in Europa”, prosegue Frascari, “e con contratto scaduto da 3 anni, di accontentarsi di sperare nel giudizio di strampalate commissioni per avere un riconoscimento della propria professionalità?
Si afferma”, incalza il massimo dirigente regionale dello Snals, “che sia necessaria una formazione continua del docente. E’ vero. Ma il restante 94% di “normali” deve quindi tentare il terno al lotto con estrazione decennale e con aggravio di lavoro, spinto dal premio per aver fatto un percorso di aggiornamento?
Tutti i docenti”, chiarisce Frascari, “dovrebbero fare percorsi periodici e obbligatori di formazione in servizio, con esonero dal lavoro. Così ci sarebbe il rispetto per gli alunni e per i docenti. Ed invece alla esasperazione del corpo docente si aggiunge, con questa norma, un altro schiaffo per demotivare chi lavora da anni con impegno e professionalità nelle classi senza che nessuno abbia mai pensato di retribuirli con dignità.”
“Infine” conclude il segretario regionale Snals “vorrei lanciare una domanda provocatoria. Perché non si introduce un medico “esperto” oppure un poliziotto “esperto”? Forse perché alla scuola si può chiedere di ingoiare di tutto.”