L’Aquila. Una rara reazione nucleare che avviene nel cuore di alcune tra le stelle più brillanti, le cosiddette giganti rosse, è stata osservata per la prima volta nel silenzio cosmico dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso: questo grazie all’esperimento ‘Luna’, frutto di una collaborazione internazionale a cui l’Italia partecipa attraverso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) che mira a studiare i processi con cui le stelle producono gli elementi chimici presenti nell’Universo. La reazione osservata, descritta su Physical Review Letters, ha permesso di scoprire che il raro isotopo ossigeno 17 (più pesante dell’ossigeno che respiriamo in atmosfera) viene distrutto ad una velocità doppia rispetto a quanto ipotizzato finora. “Questo esperimento ha prodotto dati con una precisione mai raggiunta in precedenza e rappresenta una tappa fondamentale della ricerca condotta dalla collaborazione Luna sull’origine degli elementi”, commenta il portavoce Paolo Prati. Luna (Laboratory for Underground Nuclear Astrophysics) è una struttura di ricerca basata su un piccolo acceleratore lineare, l’unico al mondo installato in un laboratorio sotterraneo e coperto da 1.600 metri di roccia che schermano i raggi cosmici, permettendo l’osservazione di processi estremamente rari. Il suo obiettivo è studiare le reazioni nucleari che avvengono nel cuore delle stelle, dove da miliardi di anni, e ancora oggi, vengono prodotti gli elementi che compongono la materia dell’Universo. Luna ricrea in laboratorio le energie che i nuclei hanno al centro delle stelle, riportando l’orologio indietro nel tempo fino a 100 milioni di anni dopo il Big Bang, quando si formavano le prime stelle e si innescavano quei processi che hanno dato origine a misteri che non abbiamo ancora completamente compreso, come ad esempio l’enorme variabilità nella quantità degli elementi presenti nell’Universo.