In modo diretto e indiretto, il Covid-19 colpisce il cuore. Le malattie cardiovascolari sono una complicanza dell’infezione da Sars-Cov-2 ma anche un fattore di rischio, tanto che 7 decessi Covid su 10 riguardano persone che soffrono di ipertensione. Inoltre, in caso di arresto cardiaco, la probabilità di decesso è molto maggiore nei contagiati rispetto a chi non è infetto. Ma gli effetti della pandemia colpiscono il cuore anche in modo indiretto, ritardando diagnosi e cura dell’infarto e aumentando il carico di stress.
Ecco perché, per rispondere a domande e dubbi sulla salute del cuore minacciato dalla pandemia, 500 cardiologi in tutta Italia si sono messi a disposizione dei cittadini, per la “Campagna nazionale per il tuo cuore 2021”, promossa dalla Fondazione per il tuo cuore dei cardiologi ospedalieri Anmco. Nel corso della campagna – che si svolgerà proprio nella settimana di San Valentino, dall’8 al 16 febbraio – sarà attivo il numero verde 800 05 22 33. Tutti i giorni, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16, i cittadini che potranno chiamare e porre domande sui problemi legati alle malattie del cuore; a queste risponderanno 500 cardiologi delle strutture aderenti all’iniziativa, con oltre 1400 ore di consulenza cardiologica gratuita. Si tratta del consueto appuntamento di “Cardiologie Aperte”, giunto alla sua quindicesima edizione, che per quest’anno, a causa della pandemia, si svolgerà con un format diverso, ma sempre mirato alla promozione della prevenzione cardiovascolare e del controllo dei fattori di rischio.
“Secondo un recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, su 59.394 pazienti positivi al Covid-19 in Italia e deceduti per questa patologia, ben il 70% presentava ipertensione arteriosa, il 25% cardiopatia ischemica e altrettanti la fibrillazione atriale, il 20% scompenso cardiaco. A causa della recente pandemia si è inoltre registrata una riduzione dei ricoveri per infarto pari al 48,4% e la mortalità è passata dal 4,1 al 13,7%. Dati allarmanti confermati da diversi studi che hanno rilevato un elevata mortalità (circa il 35%) per eventi cardiovascolari avvenuti al proprio domicilio” spiega il professor Michele Gulizia, presidente della Fondazione per il tuo cuore dei cardiologi ospedalieri italiani e direttore di cardiologia dell’ospedale “Garibaldi-Nesima” di Catania. “È dunque a mio parere di estrema importanza fare uno sforzo riorganizzativo al fine di garantire nuovamente l’erogazione delle prestazioni cardiologiche a tutti i pazienti cardiopatici e più estesamente a tutti i soggetti ad alto rischio”.