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Il Cei dice la sua sul sisma dell’Aquila: riaprire la chiesa è un segnale di speranza per la comunità

Andrea Rosati di Andrea Rosati
21 Settembre 2019
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L’Aquila. “Siamo venuti nel capoluogo abruzzese perché merita la città, merita indipendentemente dal fatto che ci sono ancora molti luoghi di sofferenza e di ferite.

Ci interessa stare con le persone che si stanno occupando della rinascita dell’Aquila per capire cosa è stato fatto e come sono stati eseguiti i lavori e quali sono le prospettive. Questo può essere di aiuto a tante altre realtà italiane che stanno ancora soffrendo per il terremoto del 2016, oppure che hanno necessità di mettere mano al patrimonio per poterlo conservare, ma anche in previsione di altri eventi che si potrebbero verificare”. Così don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana (Cei), intervenendo al convegno nazionale dal titolo “Manutenzione e prevenzione, la tutela delle persone”, che si è concluso oggi all’Aquila, organizzato nel decennale del sisma dallo stesso Ufficio della Cei.

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Alla due giorni hanno partecipato 130 tecnici degli uffici dei beni culturali delle diocesi italiane. “Riaprire una chiesa” ha continuato “vuol dire per la comunità sperare, continuare a trovarsi ogni domenica, di poter trovare la possibilità di seppellire i propri morti, un luogo dove poter fare la prima comunione e vivere quelle esperienze forti della propria vita, come il matrimonio per esempio. La chiesa, indipendentemente dall’essere credenti o meno, rappresenta un elemento identitario della storia e della cultura di noi italiani, una cultura che ritrova la tenacia, la speranza, il voler continuare a vivere, nei luoghi che ci hanno formato”.

In riferimento alla “ferita” del Duomo dell’Aquila non ancora riaperto, don Pennasso ha spiegato che “abbiamo voluto visitare la cattedrale di San Massimo per vedere come le cose possono e devono cambiare, per dire che ci teniamo che il Duomo torni ad affacciarsi sulla piazza centrale. È importante che il Duomo torni ad avere quel significato che ha sempre avuto di richiamo, L’Aquila si porta dietro l’intero territorio, 100 comuni, è una forza e deve tornare anche la Cattedrale, sarà così, ne sono sicuro”.

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