Con 25.139 visitatori nel solo 2015, il Museo d’arte sacra della Marsica inquadrato nella splendida cornice del Castello Piccolomini di Celano, è il primo museo d’Abruzzo. Il dato ci rende fieri, ancor più se si pensa che ha fatto registrare +18% rispetto all’anno precedente staccando il secondo classificato (la casa natale di Gabriele D’Annunzio a Pescara) di quasi 10.000 visite. Davanti a numeri così importanti non possiamo che essere orgogliosi di ciò che la Marsica riesce a mettere sul piano della cultura a livello regionale. Un plauso va anche alla Soprintendenza di riferimento che, nonostante i tempi biblici tipici delle pubbliche amministrazioni, pian piano sembra aver trovato la giusta strada per la valorizzazione concreta di un territorio incredibilmente ricco sotto il profilo storico/culturale.
Ma se analizziamo questi dati sotto punti di vista differenti, ecco sorgere a riguardo più di un interrogativo.
Ho sempre sostenuto che la storia che è passata sulle sponde del lago Fucino non abbia da invidiare nulla a nessun altro luogo al mondo: sul nostro lago è stata organizzata la più grande naumachia della storia, il prosciugamento del Fucino ha rappresentato la più grande opera idraulica dell’antichità e i Marsi, dopo aver sfidato Roma, divennero l’asso nella manica dell’esercito romano. Famosa è la frase riportata da Appiano di Alessandria secondo il quale “Roma non può vincere una guerra né contro i Marsi, né senza i Marsi”. Alla luce di questi avvenimenti storici, siamo proprio sicuri che la nostra zona sia ben valorizzata oppure siamo di fronte ad un trionfo merito di un valore storico così schiacciante che riesce a trionfare nonostante non venga valorizzato come merita?
Analizzando i dati nazionali vediamo come l’Abruzzo riesce a lasciarsi dietro le spalle solo la Liguria e il piccolo Molise. Visti così i dati non mi lasciano orgoglioso di appartenere alla regione che ha dato i Natali a Silone, Mazzarino e D’Annunzio, alla terra che ha come capoluogo L’Aquila, una delle città più antiche, belle e piene di storia al mondo e che ha regalato alla storia dell’umanità il mistero del “gran rifiuto” di Celestino V. La regione che possiede più di cento eremi, uno dei mammut conservati meglio al mondo e il parco nazionale più vasto d’Europa. Con tutto questo potenziale, paradossalmente, siamo terzultimi in graduatoria.
C’è poi un altro aspetto da analizzare: al terzo posto c’è il museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti. All’interno del museo ci sono numerosi pezzi “trafugati” dalla conca Fucense; uno dei pezzi più importanti del museo è, infatti, la statua colossale di Ercole rinvenuta proprio ad Alba Fucens, ma paradossalmente questo museo non ha una sezione dedicata alla storia del Fucino e dei suoi abitanti. E’ facile intuire come, con i reperti della Marsica, abbiamo voce in capitolo anche sul terzo posto della graduatoria regionale. Può bastare questo a far capire ai nostri amministratori l’importanza di creare un museo della Marsica o nel nostro capoluogo di Provincia? L’Aia dei Musei, l’unico pseudo-museo tentato ad Avezzano, è ormai chiuso da quasi due anni e non esistono altre strutture idonee per la valorizzazione turistica, culturale e archeologica del nostro sconfinato patrimonio. Nella classifica poi non vengono conteggiati i siti di Alba Fucens, i resti di Amiternum, i cunicoli di Claudio, la valle di Amplero, il tempio di Angizia e i monumenti di San Benedetto, l’ex Marruvium capitale dei Marsi. Sono certo che se il MiBACT fosse in grado di conteggiare i centinaia di turisti che ogni settimana visitano questi meravigliosi siti risaliremmo, e di molto, anche nella classifica nazionale. Può sembrare un’esagerazione? Su Instagram con l’hashtag #albafucens sono presenti circa 891 immagini, se invece cerchiamo #castellosirmione, 30° museo d’Italia per numero di visite, escono appena 199 immagini.
Un altro dubbio che sorge, infatti, è proprio quello legato al vero valore del numero delle visite nell’epoca dei social network. Quanto è importante oggi comparire sui vari Facebook e soci? Caricando delle foto sferiche 3D su Google Maps è stato possibile portare (virtualmente) sui siti di Alba Fucens e dei Cunicoli di Claudio più di 3.000 turisti provenienti da ogni parte del mondo e ricevere, sull’omonima pagina Google+, più di 237.000 visite in pochi mesi. Questo, forse, è ormai l’unico metro di paragone per valutare le potenzialità turistiche di quei posti che (non si capisce il perché) non vengono ancora sfruttati economicamente.
L’ultima analisi è proprio quella sui ricavi dei musei: la somma dei biglietti staccati da tutti i 19 luoghi della cultura statali presenti in Abruzzo nel 2015 è stato di 70.497 di euro che, in media, è l’equivalente di un anno di stipendio per due dipendenti statali. Il costo per entrare nel castello di Celano, ricordiamo il primo museo d’Abruzzo, è di € 2.00. Vogliamo farla finita, una volta per tutte, con questa presa in giro dei costi dei biglietti così bassi? Perché per vedere un film al cinema siamo disposti a spendere il triplo di quello che ci vuole per visitare qualcosa di UNICO AL MONDO? Fermo restando le convenzioni con prezzi agevolati per studenti e categorie disagiate, personalmente sono dell’idea di alzare gradualmente i prezzi. Ritengo sia più proficuo accogliere un terzo dei visitatori, ma in grado di apprezzare appieno l’immenso valore del nostro patrimonio artistico e quindi sono tranquillamente disposti a pagare il triplo, piuttosto che vedere svenduto il nostro futuro.