Atri. Il Cammino dei Santi Gabriele, Camillo e Maria ha vissuto la sua prima edizione dal 29 luglio al 5 agosto scorso.
È partito da Atri ed è arrivato a Lanciano dopo aver attraversato Castiglione Messer Raimondo, Penne, Loreto Aprutino, Pianella, Chieti, Bucchianico (Camillo) ed Orsogna.
Ma in realtà il percorso inizia da Isola Gran Sasso (Gabriele) e idealmente diviene “apostolico”, mantenendo un forte riferimento su Ortona, da alcuni chiamata la “Roma dell’ Adriatico”, in quanto unica città che conserva il corpo di un Apostolo tra quelle che affacciano su questo mare.
Qual è l’ Apostolo in questione? Cosa ne sanno gli Abruzzesi?
Ne parliamo con padre Roberto Geroldi, parroco della parrocchia a lui dedicata che ne conserva le spoglie
Ortona non è conosciuta come “la perla dell’Adriatico” soltanto per il suo promontorio sul mare sormontato dal Castello aragonese e oggi valorizzata sulla “costa dei trabocchi”; non è solo rinomata per le sue delizie enogastronomiche grazie al suo territorio tra mare e monti (la Majella); la città deve la sua storia e la sua vita alla presenza straordinaria delle spoglie mortali dell’Apostolo Tommaso.
Il 6 settembre 1258, 3 galee capeggiate dal Pio Leone, reduci da battaglie nell’Egeo per il predominio dei mercati con l’oriente, fecero ritorno alla loro città portando con sè le reliquie dell’Apostolo detto “Dydimo”.
Da allora sono custodite nella Cattedrale, che nonostante incendi (1644 da parte dei Saraceni), saccheggi (1799 da parte delle truppe napoleoniche), distruzioni (27 dicembre 1943) è sempre “risorta” custodendo gelosamente le sacre reliquie.
L’antica navata centrale dell’ormai invisibile basilica bizantina è stata trasformata nella “Cappella del S. Busto” (opera dei fratelli Perez, Lorenzo nel 1840) ai cui sono devotissimi gli ortonesi, soprattutto i marittimi che hanno il privilegio di portarlo in solenne processione il primo fine settimana di Maggio, per il “perdono di San Tommaso”.
Ma è dal 1986 che le preziose reliquie sono venerabili nella nuova cripta ristrutturata appositamente sotto il presbiterio interamente adeguato al nuove norme liturgiche conciliari.
Dopo una ricognizione scientifica durata due anni, l’Università di Chieti ha ricomposto lo scheletro datandolo del i secolo d. C. con parti mancanti e conformi a Chennai (India), Bari, Mastrich, Roma… Testimonianza assoluta è la pietra tombale proveniente dalla sepoltura di Edessa (attuale Sanliurfa) dove il corpo di Tommaso fu portato dai cristiani dell’attuale Kerala (india), in fuga dalle persecuzioni contro di loro, nel 320 e lì vi rimase fino al 1144, quando per il pericolo dell’avanza dell’Impero ottomano, furono custodite nell’isoletta di Chios fino appunto al 1258.
Nel 1352 e 1359 i pellegrinaggi di Santa Brigida sono un ulteriore attestazione di questa preziosa presenza apostolica. Oggi si contano a centinaia i visitatori che, soprattutto nel periodo estivo, vengono a venerare le reliquie dell’Apostolo Tommaso e in particolare dalle Chiese d’Oriente.