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Idrocarburi nel fiume Pescara dal Torrente Arolle, la SOA scrive agli enti per chiedere un intervento urgente

Redazione Centrale di Redazione Centrale
2 Maggio 2018
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Pescara. “Copiose fuoriuscite di idrocarburi dal Torrente Arolle a Tocco da Casauria continuano ad interessare il Fiume Pescara. Le immagini raccolte il 22 aprile scorso dalla Stazione Ornitologica Abruzzese durante un sopralluogo sono letteralmente impressionanti, con ponti, sponde, pietre e alberi vistosamente sporchi di idrocarburi; ne è seguita una dettagliata segnalazione agli enti da parte dell’associazione”. La denuncia arriva dalla SOA che precisa “Quella degli idrocarburi al Torrente Arolle è una storia che mette insieme interessanti fenomeni naturali, interventi antropici di secoli per lo sfruttamento di una risorsa naturale e abbandono da decenni dei manufatti. Una condizione che sicuramente dovrebbe vedere un intervento di verifica e di mitigazione da parte delle autorità e anche di valorizzazione e di ulteriore studio del territorio per quanto riguarda le questioni riguardanti l’archeologia industriale e la storia naturale del paese. A causa di un fenomeno naturale noto ma abbastanza raro in Italia, da una zona di sorgenti sulfuree escono idrocarburi che si riversano nelle acque del torrente Arolle che a sua volta si getta nel Fiume Pescara dopo alcuni chilometri. In occasione di periodi di precipitazioni intense la fuoriuscita diventa addirittura copiosa, tanto che esistono notizie risalenti al medioevo relative alla raccolta degli idrocarburi da parte della popolazione con metodi rudimentali”.
“Tra il 2008 e il 2009 (le due sorgenti n.d.R.)presentavano valori elevatissimi di idrocarburi (anche oltre 4.000 microgrammi/litro), con il rilascio in acqua di sostanze pericolose quali benzene, toluene, etilbenzene, trimetilbenzene”.
“Nel 2015 il Forum H2O scrisse ai ministeri e agli enti di tutte le regioni, Abruzzo e ARTA compresi, chiedendo lumi sui monitoraggi dei 7.000 pozzi di idrocarburi abbandonati in Italia, considerata l’esistenza di numerose pubblicazioni scientifiche che accertano la contaminazione delle acque sotterranee e superficiali a causa del cattivo isolamento dei pozzi, soprattutto se abbandonati. Non ci fu risposta. Il 30 aprile scorso la Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, tenuto conto anche di alcuni dati di presenza di idrocarburi nelle acque e nei sedimenti del Fiume Pescara, ha scritto una dettagliata lettera a tutti gli enti a vario titolo competenti, dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico alla regione, dai Carabinieri-Forestali ai comuni, per chiedere un intervento per:

1)adottare misure di mitigazione del fenomeno di dispersione degli idrocarburi nelle acque superficiali;

2)monitorare le acque sotterranee per valutare l’eventuale presenza di idrocarburi;

3)pur essendo un fenomeno in larga parte di origine naturale, bisogna verificare attentamente se sussiste un ruolo nella dispersione degli idrocarburi nelle acque dei molteplici interventi antropici, quali scavi, pozzi, serbatoi, vasche realizzati nell’area che potrebbero aver modificato sia le condizioni di rilascio sia quelle ambientali delle aree immediatamente circostanti i manufatti. Ricordiamo che il principio “Chi inquina paga” vale anche per le contaminazioni cosiddette “storiche”, sia per gli interventi di messa in sicurezza che per quelli di bonifica.

4)Verificare se le acque superficiali/sotterranee sono utilizzate in modalità tali da poter costituire una fonte di esposizione, diretta o indiretta, per l’uomo agli idrocarburi;

5)Studiare attentamente gli eventuali effetti di tale dispersione sulla qualità di acqua e sedimenti lungo il Fiume Pescara, anche per assegnare con certezza la provenienza delle contaminazioni riscontrate”.

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