Noi ce l’abbiamo messa tutta.
Per noi, questo vecchio 2018, è stato l’anno dei cambiamenti, delle novità, ed è stato un anno difficile. Abbiamo provato a percorrere un sentiero più impervio, per salire più in alto, raggiungere la vetta, rischiando sempre di più, rischiando di cadere e ritornare al punto di partenza. Ma contro di noi, anche gli ostacoli che abbiamo trovato lungo il cammino ce l’hanno messa tutta per farci cadere. Ma non ci siamo fermati e traballanti siamo arrivati indenni alla fine di questo interminabile 2018 percorrendo fino all’ultimo passo.
A sorreggerci però, e di questo ve ne siamo grati, c’eravate voi, cari lettori, che con il vostro costante e sempre più numeroso sostegno ci avete dato quel coraggio che a volte veniva a mancare, permettendoci, a schiena dritta nonostante il peso della fatica, di arrivare in cima.
Ripartiamo oggi per una nuova avventura che si chiama 2019, con nuove opportunità, nuove occasioni, nuovi stimoli, nuovi sogni. Anche quest’anno davanti a questo monitor, noi da una parte, voi dall’altra, abbiamo sorriso, ci siamo arrabbiati e qualche volta forse abbiamo anche pianto, ma non ci siamo fermati, né noi, né voi, cari lettori. Siamo andati avanti cercando di raccontare ogni giorno, ogni ora, ogni istante quello che accadeva, con onestà intellettuale, con franchezza, senza paura.
Noi ce l’abbiamo messa tutta.
Fare il bilancio annuale di una regione non è mai facile, specialmente se, come nel caso dell’Abruzzo, le varie macroaree da raccontare ed esporre hanno presentato numerose sfaccettature, a volte piacevoli da ricordare, a volte difficoltose da descrivere.
Questo nostro caro Abruzzo, che in questi anni ne ha passate tante, sembra ancora soffrire di drammi che forse non merita ma che continuano ad arrivare, puntuali, come un destino segnato di chi, forte e gentile, ha la forza di reagire e la tenerezza di ricominciare. Questo passato è stato l’anno di drammi personali, come il papà che si è lanciato dall’A14 dopo aver ucciso la moglie e la figlioletta, o come i rapinatori della banda di Lanciano che hanno lasciato dietro di loro sangue e violenza.
L’Abruzzo quest’anno perde un uomo che ha portato alto il nome dell’Abruzzo nel mondo, come Sergio Marchionne. Ma gli abruzzesi, che hanno il cuore tenero, hanno pianto anche per Kaos, il cane eroe del terremoto avvelenato nel giardino di casa.
Non sono mancati poi i casi di cronaca giudiziaria che hanno scosso l’opinione pubblica, come le assoluzioni e le prescrizioni per il caso della discarica di Bussi, oppure le indagini per la vicenda di Rigopiano che vede più di venti persone indagate. Ma gli abruzzesi non hanno avuto risposte da questo 2018 su quanto accaduto al giovane Alessandro Neri, una morte che ancora oggi non ha spiegazioni.
Ma l’Abruzzo è anche la terra di chi ce la fa, la terra dei miracoli, come la storia di quel pescatore di Martinsicuro sopravvissuto nel mare dopo due giorni in acqua, o di quell’operaio ragazzino morto lo scorso secolo sotto il peso della fatica e diventato ora San Nunzio Sulprizio.
Il 4 marzo per l’Abruzzo come per il resto dell’Italia è stata una data importante perché ha portato al governo due forze lontane dalle tradizionali stanze di partito e ha ridisegnato di fatto la politica regionale. Il presidente D’Alfonso, infatti, è stato senatore e dopo un lungo tira e molla alla fine tra Regione e Senato ha scelto il secondo. Le conseguenze delle dimissioni dell’ex governatore Luciano D’Alfonso hanno provocato una frattura netta nel cuore della vita burocratica regionale. L’Abruzzo, di fatto, è sempre stato appeso a un limbo, tra lo spettro del commissariamento e la necessità di voltare pagina e ripartire. Ma la macchina amministrativa ha avuto, ed ha tutt’ora, le mani legate. Ordinaria gestione? No, solo straordinarietà. Altrimenti tutto tace e nulla si muove. Polemiche ovunque, ripicche e rivendicazioni, slogan e proclami, urgenze e necessità: la regione è paralizzata, o quasi, in attesa dell’elezione del nuovo presidente. Che, calendario alla mano, avverrà il 10 febbraio, giorno delle regionali in cui si sfideranno a suon di voti Giovanni Legnini, Marco Marsilio, Sara Marcozzi e Fabrizio Di Stefano. La Regione è stata affidata al vice presidente Giovanni Lolli che la traghetterà fino alle prossime elezioni. Molti sindaci si sono dimessi per candidarsi, alcuni come quello di Chieti Umberto Di Primo hanno fatto un fatto un passo indietro e sono tornati in municipio. La campagna elettorale infiamma, ora bisogna solo attendere per capire cosa accadrà.
Ma l’Abruzzo “forte e gentile”, nel mentre la politica locale alzava i toni del confronto per ripartire il più presto possibile, non ha mai smesso di affascinare i suoi abitanti e, soprattutto, il resto degli italiani. Premiata come la regione più ospitale d’Italia, ha messo in mostra con orgoglio i frutti della propria terra, le sue peculiarità enogastronomiche e paesagistiche. Una regione che tutti ammirano per le sue montagne e i suoi laghi, per i suoi fiumi e per le colline. Per gli agriturismi e per i ristoranti, per l’ospitalità e la gentilezza, appunto, di un popolo che sulla stampa nazionale c’è finito eccome. E non solo per alcuni passaggi negativi che hanno interessato la sua vita, ma anche e, soprattutto, per tutti i riconoscimenti che lo “Stivale” ha riservato alle quattro provincie. Paesaggi incantati, dicevamo: quante foto e quanti video hanno immortalato i castelli innevati o le mandrie di animali selvatici scorrazzare liberi in natura? Quante trasmissioni televisive hanno mostrato il lato più selvaggio e incontaminato della nostra regione? Tanti, tantissimi. E come si può parlare di una singola individualità, di un singolo premio o riconoscimento, di un singolo evento o memoria, quando la forza dell’Abruzzo risiede nella compattezza? Di quanto sia ricca e vivibile la nostra regione, forse, dovremmo ricordarcene più spesso. Ricordiamo la petizione avviate per scongiurare l’abbattimento selettivo del lupo: 443.000 firme raccolte per dire no a una proposta scellerata. E dal tepore sembra uscire anche la classe politica. Importante l’iniziativa delle aree costiere per combattere con politiche condivise l’inquinamento ambientale, contrastare l’inquinamento delle falde acquifere e puntare ad ottenere il più possibile bandiere blu e tutela delle aree marine protette. Il proliferare dei cinghiali è un qualcosa con cui ci si deve contrastare e su cui serve investire con idee capaci di non stravolgere l’equilibrio dell’ecosistema. La morte dei tre orsi marsicani annegati in una vasca per contenere acqua a Villavallelonga, ai confini con il parco, è un monito che non si può ignorare. La forza dell’Abruzzo è la sua fauna, quindi, come tale, va tutelata e difesa. Anche con maggiore tassatività.
L’Abruzzo, secondo gli ultimi dati diffusi, nel 2018 è stata la prima regione per Pil pro capite del Mezzogiorno con 24.400 euro. Sono stati persi, però, in base a quanto dichiarato dall’Istat, 26mila posti di lavoro nell’ultimo anno e mezzo e c’è un tasso di disoccupazione pari al 12,1%. Il settore più fiorente, o comunque in pieno sviluppo, sembra essere ormai quello eno – gastronomico grazie anche ai marchi Dop e Doc che hanno reso i prodotti abruzzesi ancora più prestigiosi. Solo il settore del vino ha registrato una crescita dell’export pari al 4,5%, al di sopra della media nazionale (3,4%) con un fatturato di oltre 130 milioni di euro. Dal punto di vista industriale, invece, alle 109 vertenze aperte lo scorso anno, se ne sono aggiunte altre e molte multinazionali hanno lasciato l’Abruzzo per l’Europa dell’Est o il nord Italia. La Honeywell di Atessa,simbolo per anni dell’industria abruzzese, è salva. Lo stabilimento è andato alla Baomarc, previsto un investimento da 21 milioni e 850 mila euro, stanziati nei primi 36 mesi dall’avvio dei lavori. Una boccata d’ossigeno che arriva dopo un anno difficile durante il quale gli ex Intecs, dopo la definitiva chiusura del laboratorio di ricerca e sviluppo ex-Italtel, ex-Siemens, ex-TechnoLabs nel polo elettronico dell’Aquila, sono rimasti a protestare in una roulotte davanti all’indifferenza totale. Continuano i record di produzione alla Sevel di Atessa dove però non mancano problemi tra i lavoratori per il carico di commesse sempre più pesante. Tanti gli ammortizzatori sociali concessi per andare avanti come a LFoundry di Avezzano dove sono stati richiesti contratti di solidarietà per 1.400 dipendenti o il noto marchio della Santa Croce. In questo caso la querelle tra azienda e Regione non si è ancora conclusa ma 70 dipendenti sono da mesi a casa senza speranze per il futuro.
Per quanto ci riguarda, è stato un anno di cambiamenti, con il nuovo nato, PescaraLive, che entra a far parte della famiglia insieme ad AbruzzoLive, MarsicaLive, ConfineLive, LazioLive…
Ma è stato anche l’anno dei grandi record, risultati che hanno il nome di ognuno di voi. Nel 2018 abbiamo registrato oltre 50 milioni di click sui nostri quotidiani (dati certificati Google Analytics), 140mila al giorno. I nostri lettori sono aumentati anche su Facebook e oggi contiamo quasi 132mila fans (45mila MarsicaLive e 87mila AbruzzoLive).
Siamo cresciuti dell’11% rispetto al 2017. Siamo la più grande comunità Facebook d’Abruzzo tra i quotidiani online!
E questo anche grazie a voi!
Ma è stato anche l’anno della libertà di stampa. E possiamo dirlo forte. Il nostro giornale non si è piegato mai ai gruppi di potere, alle forze nascoste hanno tentato di infiltrarsi nelle crepe della nostra solida struttura. Abbiamo guardato ai valori e questo è bastato per non farci mollare, continuando con un’informazione pluralista e mai schierata, se non sugli ideali di umanità, legalità e uguaglianza. Abbiamo raccontato la storia di gente comune, dato spazio ad associazioni, pro loco, anziani, giovani, famiglie, ma anche ai politici, alle amministrazioni, ai sindaci, ai comuni, alle forze dell’ordine e agli enti istituzionali. La stessa cosa che abbiamo fatto negli anni passati e che ha reso questo giornale una voce autorevole. E ciò è riconosciuto da tutti, o quasi.
Non ci siamo fatti spaventare dalle intimidazioni, che pure ci sono state, e abbiamo continuato a lavorare con semplicità, senza montarci la testa per i numeri raggiunti.
Grazie, però, dobbiamo dirlo anche a chi ha reso possibile tutto questo.
Grazie al direttore Francesco Proia, che con impegno e passione non si è arreso di fronte alle difficoltà e ai problemi sempre numerosi, capitanando questa grande nave fino al porto anche stavolta. Grazie a Eleonora Berardinetti, che a lui ha passato il testimone e che resta la parte ottimista di questa realtà editoriale, leader caparbia, giornalista attenta e fondatrice di questo gruppo solido e coraggioso.
Grazie a tutti i giornalisti di questa testata, che con grande professionalità hanno macinato notizie informando gli abruzzesi ù in tempo reale, notte e giorno, di tutto quello che accadeva in un variegato territorio, magnifico e difficile allo stesso tempo.
Grazie a Federico che ha trasmesso ai cittadini le idee e le intenzioni della politica, a Giulia, spesso troppo buona per un mondo implacabile come quello del giornalismo, ma che da anni spazia con disinvoltura dalla cronaca, all’attualità fino allo sport, grazie a Giorgia, precisa, coraggiosa e attenta sempre dalla parte dei lettori, grazie a Daniele, che con grande maestria e tanta esperienza alle spalle è un punto chiave del gruppo e guida di ConfineLive, e grazie alle Roberta, a Raffaele, a Cristina, a Monica, all’ultimo acquisto Rossella e al nuovo arrivato Andrea, entrambi promettenti. Grazie infine ad Antonella e a tutti i ragazzi dell’aggressivo e inarrestabile Trend&Moda.
Ora però vogliamo scusarci se a volte non siamo stati così precisi nel dare una notizia o così tempestivi nel pubblicarla. Anche in questo ce l’abbiamo messa tutta.
Per chiudere, vi auguriamo un futuro radioso.
Il futuro, cari lettori, appartiene a chi ha il coraggio di scegliere il tormento della coerenza, piuttosto che la quiete dell’ipocrisia.
Il futuro appartiene a chi non ha paura di rimetterci, appartiene a chi è capace di far coincidere i propri valori con le proprie azioni, a chi mette al primo posto il proprio cuore e al secondo il proprio cuore.
Il futuro appartiene a chi ha il coraggio di sognare il mare quando la realtà ti porta a terra, a chi spera di volare quando la stanchezza ti fa precipitare, a chi crede nell’amore quando riceve solo odio, a chi pensa al sole anche se all’orizzonte vede nuvole nere.
Il futuro appartiene a chi combatte il proprio pessimismo con la speranza, a chi è capace di sacrificare la propria felicità per quella degli altri, a chi ha la forza di rinunciare ai suoi desideri per realizzare quelli di chi non ha la forza o la possibilità di realizzare i propri.
Il futuro appartiene a chi la smette di rincorrere la propria felicità mettendola davanti a quella degli altri; perché gran parte della propria felicità è nascosta proprio dentro la felicità degli altri.
Il futuro appartiene a chi non ha paura di scommettere sulle basse probabilità, a chi continua a camminare quando tutti gli altri gli dicono di tornare indietro, a chi non cambia idea quando cambiano le persone, a chi riesce a comprendere che la vita non è un cielo tutto chiaro senza nuvole, ma uno buio pieno di stelle.
E’ meglio vivere di sogni che rassegnarsi a una realtà che non ci piace, è meglio perdersi per cambiare quello che non va piuttosto che una strada sicura per una vita mediocre.
Un grande risultato si ottiene solo se ci sono grandi difficoltà così come un vero amore è per forza travagliato.
E’ meglio aver vissuto con coraggio una sconfitta ingiusta che con paura una vittoria regalata, ed è meglio aver vissuto con il dolore provocato dalla lotta che nella serenità della resa.
E, infine, caro lettore, è meglio aver vissuto nel tormento della coerenza, che nella quiete dell’ipocrisia.
Buon anno. @pietroguida
Federico Falcone