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I cuccioli di Amarena compiono un anno, ibernati tra i boschi: aggiornamenti del Parco

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
28 Gennaio 2024
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Gioia dei Marsi. I piccoli orsetti di Amarena sono grandi. Proprio in questi giorni hanno compiuto un anno di vita, un anno per loro molto duro, segnato dalla morte della mamma e dal doversela cavare da soli. Il Parco nazionale in questi mesi li ha sempre monitorati ed ha restituito il quadro della situazione con periodici aggiornamenti. Tutto fa pensare che in questo momento i due cuccioli siano in ibernazione in qualche tana in luoghi più selvaggi, più lontani dall’uomo.

 

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Il Parco nazionale ha postato la foto di un’orma di orsetto sulla neve accanto all’orma di una mano umana. Una foto tanto simbolica quanto poetica. La sorte dei due plantigradi ha tenuto con il fiato sospeso l’intera regione, e tutt’oggi in tantissimi si domandano come se la stanno cavando in natura. Adesso che il grande freddo sta facendo sentire la sua “voce” sulle montagne, in parte, innevate, la paura legittima dei non addetti ai lavori è se i piccoli siano al caldo o meno. Il Parco rassicura sulla scelta fatta a suo tempo. I giovani orsi devono vivere in natura, con occhio attento e vigile dell’uomo, ma liberi e secondo il loro istinto.

 

“I giovani orsi, figli di Amarena, hanno oramai un anno e, come è stato possibile vedere nelle immagini dell’ultimo filmato pubblicato in dicembre, hanno messo su molto peso. Dai primi di gennaio, i segni di presenza lasciano intuire che si sono allontanati verso zone più selvagge della montagna e, dal 10 gennaio, è possibile che si siano rintanati”. Sono le parole dei Guardiaparco. “Quest’anno la stagione invernale, come ripetuto più volte, è caratterizzata da un meteo altalenante e anche gli orsi, come gli umani, provano ad adeguarsi, con risposte individuali. Mentre la maggior parte degli orsi, infatti, nonostante le alte temperature autunnali si sono rintanati a fine novembre, alcuni orsi – pochi, a dirla tutta – sono ancora attivi, come se il periodo dell’ibernazione fosse lontano. Dal 31 agosto 2023 all’08 gennaio 2024 sono stati svolti dai Guardiaparco 118 turni nella fascia oraria 16:00-24:00. Nello stesso periodo, ai servizi serali e notturni si sono aggiunti quelli diurni, necessari per realizzare osservazioni dirette, controllare i segni di presenza, le fototrappole e gli eventuali danni. Nel monitoraggio con le fototrappole, i Guardiaparco sono stati coadiuvati anche dai Carabinieri Forestali. Fino al 10 gennaio sono stati segnalati 14 danni, arrecati soprattutto ad un apiario che è stato frequentato diverse volte, qualche frutteto e pochi pollai.
I Guardiaparco hanno anche notato, durante questi lunghi mesi di osservazioni, il carattere per lo più riservato ed elusivo dei due orsi. Ovviamente il monitoraggio e i controlli sono proseguiti, cambiando solo nelle modalità, proprio perché, in questo momento, tutto lascia pensare ad un rintanamento. I Guardiaparco sono sempre e comunque sul territorio, continuando a tenere d’occhio i luoghi frequentati dai due giovani orsi.
Chi è deputato, per mandato istituzionale, alla conservazione e alla gestione della fauna – e della Natura in generale – ha un compito arduo e complesso, soprattutto laddove i territori protetti sono antropizzati e, per la maggior parte, di proprietà dei Comuni e dei privati. Le leggi e le competenze, che a molti sembrano non interessare, definiscono invece i confini giuridici e amministrativi e le modalità in cui un’area protetta può e deve operare, dovendo sempre cercare una sintesi con gli interessi e i mandati di altri soggetti, istituzionali e non.
Gestione significa anche fare delle scelte, scelte che non sempre possono essere condivise da tutti. A settembre, abbiamo deciso di lasciare liberi questi due giovani orsi, dopo esserci confrontati con il mondo scientifico internazionale e ben consapevoli del complesso quadro generale. Abbiamo scelto, per l’appunto, di farli crescere liberi in Natura. Una scelta, guidata dal rigore scientifico e dal confronto, che porta con sé molta responsabilità e rischi, affrontati anche grazie a tanta, tanta passione. Ci colpisce spesso la sicurezza estrema – e senza appelli – di chi, pur non avendo mai passato un giorno, studiando e monitorando gli orsi, ha chiesto soluzioni diverse sicuramente più semplici da attuare…. Sono proprio le soluzioni semplici alle questioni complesse, che invece dovrebbero farci riflettere!”.

 

Tags: abruzzoAmarenaorsetti
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