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Honeywell, manifestazione di protesta dei lavoratori davanti alla sede del Mise

Redazione Centrale di Redazione Centrale
28 Maggio 2018
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Atessa. Manifestazione di protesta oggi a Roma, dinanzi alla sede del Mise, dei sindacati confederali e la rsa della Honeywell di Atessa(Chieti) dopo che lo stesso Ministero del Lavoro aveva bocciato, lo scorso 23 maggio, la cassa integrazione richiesta per i circa 400 lavoratori. “Istituzioni impotenti e contraddittorie – ha commentato Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, responsabile dei settori auto ed elettrodomestici. “La vertenza Honeywell – ha aggiunto Ficco – è tristemente esemplificativa della impotenza e della contraddittorietà delle Istituzioni italiane, che prima non sono riuscite in nessun modo a scalfire la decisione della multinazionale di chiudere il sito abruzzese e ora stanno perfino negando la cassa integrazione, vanificando in pratica la speranza di evitare i licenziamenti attraverso quella reindustrializzazione che era stata caldeggiata a parole dallo stesso Governo”. Abbiamo manifestato in un tentativo estremo di evitare che quattrocento colleghi perdano il lavoro, cosa che purtroppo accadrà nel giro di pochi giorni se non verrà concessa la cassa integrazione e non verrà avviato un percorso reale di ricerca di nuovi investitori”.

Dopo la protesta una delegazione sindacale è stata ricevuta dai responsabili del Ministero. Il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano, conferma di un incontro fissato al prossimo 4 giugno, presente anche la Honeywell, per verificare i motivi per cui c’è stata la messa in discussione della concessione di Cigs, “per noi necessaria – dice Uliano- per evitare i 430 licenziamenti e accompagnare il processo di reindustrializzazione previsto nell’accordo. Il Mise è impegnato a chiedere all’azienda un ulteriore proroga di un mese dell’attività. Il processo di reindustrializzazione e di ricollocazione occupazionale dei lavoratori deve essere confermato e accelerato
nella sua risoluzione per dare una prospettiva positiva occupazionale ai lavoratori colpiti da questa difficile vertenza e – aggiunge Uliano – le responsabilità dei diversi Ministeri e dell’azienda non devono cadere sui lavoratori e le loro famiglie”. Nei giorni scorsi, alla notizia della mancata concessione della cassa integrazione il segretario provinciale Fiom di Chieti, Davide Labbrozzi, aveva commentato la decisione come “Un fatto gravissimo che espone tutti i lavoratori al rischio di licenziamento immediato, a partire già dal primo giugno”.

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