L’Aquila. “Pronto il ricorso urgente al Consiglio di Stato di AIGAE contro la sorprendente sentenza del Tar Abruzzo, secondo cui le Guide Ambientali Escursionistiche (GAE) non potrebbero conseguire il titolo di Guida Parco alla Majella. La sentenza inaudita arriva in seguito all’ennesimo atto di protezionismo del Collegio delle Guide Alpine, a cui interessa di più investire tempo e risorse per proteggersi dal futuro piuttosto che impegnarsi per collaborare con tutte le altre figure professionali del settore e guardare avanti”.
È quanto si legge in una nota inviata alla stampa dall’associazione italiana guide ambientali escursionistiche, a seguito del commento della sentenza che ha fatto “cantar vittoria” alle guide alpine abruzzesi.
“Lo Stato ha chiarito decine di volte che le Regioni non possono normare in materia di professioni e non possono sovrapporsi alle leggi nazionali: evidentemente questo principio non è ancora stato compreso in Abruzzo”, continua il comunicato stampa,
UNA SENTENZA CHE ARRIVA COME UN FULMINE A CIEL SERENO. IGNORATI TUTTI I
PRECEDENTI PARERI COSTITUZIONALI CON LA STAGIONE ALLE PORTE.LE TEMPISTICHE E LA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA COLPISCONO TUTTO IL COMPARTO DEL TURISMO AMBIENTALE ABRUZZESE E, IRONIA DELLA SORTE, ANCHE GLI STESSI ACCOMPAGNATORI DI MEDIA MONTAGNA.
“Sono ormai anni che AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) deve impegnare tempo e risorse per difendersi dalle aggressioni del Collegio delle Guide Alpine”, va avanti la nota, “tempo e risorse che vengono sottratti alla vera missione che tutti i professionisti del turismo sostenibile dovrebbero perseguire, cioè quella di valorizzare e promuovere un nuovo modo di viaggiare in natura. Solitamente i suddetti disturbi alla nostra intensa professionale si concludono con un nulla di fatto. Questa volta qualcosa si è inceppato, nonostante 13 sentenze di Corte Costituzionale, decreti di recepimento delle normative europee in termini di diritti fondamentali alla libera
circolazione delle professioni e alla libera concorrenza e diversi pareri del Consiglio di Stato (l’ultimo dell’agosto 2020 proprio sulle professioni turistiche dell’accompagnamento), esprimessero chiaramente che le regioni non possono normare in materia di professioni sovrapponendosi alla legislazione nazionale ed europea, il TAR Abruzzo ha dichiarato rilevante una lettera inviata da un Funzionario del MISE nel 2015 ignorando fra l’altro tutti i chiarimenti successivi del Ministero stesso. Singolare come una lettera e non un parere formale possa diventare dirimente in una
sentenza tanto importante”.
“Nessuno trae beneficio da questo ricorso, nemmeno gli stessi Accompagnatori di Media Montagna”
afferma Davide Galli, Presidente Nazionale di AIGAE.
“Il danno peggiore, di cui nessuno ha bisogno, ancor più in questo momento di ripresa del turismo ambientale ed escursionistico, è nei confronti della montagna stessa e delle aree interne, che da sempre, come AIGAE ci impegniamo a rivitalizzare, scegliendole come itinerari per la nostra opera di divulgazione con le 3.000 Guide Ambientali Escursionistiche che rappresentiamo su tutto il territorio nazionale come prima realtà dell’accompagnamento professionale in natura a livello nazionale. Il nostro approccio è sempre stato quello delle alleanze e della collaborazione, faremo ricorso con richiesta urgente di sospensione cautelare a questa sentenza assurda che non tiene conto delle seguenti, sopravvenute nel tempo, della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato: altre sentenze TAR
molto più approfondite che hanno invece tenuto conto della complessa e nutrita documentazione, delle innumerevoli sentenze dei tribunali che hanno visto sempre confermare la nostra piena legittimità dell’accompagnamento in montagna a partire proprio dall’Abruzzo dove anche recentemente sono stati annullati due assurdi procedimenti amministrativi nei confronti delle GAE”, prosegue Galli.
“La sentenza si basa su un paio di evidenti illeciti amministrativi della legge regionale Abruzzo 86/98: il primo, che individua la Gae come una specializzazione degli Accompagnatori di Media Montagna oltrepassando la previsione della legge nazionale madre 6/89 ed i limiti in essa contenuti”, le parole di Salvatore Costantini, coordinatore AIGAE della regione Abruzzo.
“Il secondo, che ripercorre lo stesso errore, declassificando il titolo di guida parco della legge nazionale 394/91 come
ulteriore specializzazione degli AMM, cioè a soggiacere a una legge regionale, in barba alla gerarchia delle fonti che è un principio base della giurisprudenza. Basta a questi protezionismi che violano le normative e a comportamenti scorretti da parte del collegio delle Guide Alpine e che ignorano tutte le sentenze fino ad ora emesse a favore delle Guide Ambientali Escursionistiche”, prosegue Costantini.
Conclude il Vicepresidente nazionale AIGAE Guglielmo Ruggiero “Questo ennesimo atto intimidatorio andrà ad impattare sulla vita delle Gae che lavorano in quei territori, ed è per loro che chiederemo una sospensione cautelare al Consiglio di Stato. Ma è anche importante che questa deriva venga fermata sul nascere. Nonostante sia un’unica temporanea sentenza sfavorevole in un mare di sentenze favorevoli, rimane un attacco intollerabile alla libera concorrenza e una zavorra che frena lo sviluppo del turismo ambientale, anche se questo a qualcuno non interessa poiché per l’ennesima volta viene preferito difendere il proprio (sempre più piccolo) orticello”.
AIGAE si appella al mondo dei Parchi, immaginando che il Parco nazionale della Majella procederà con ulteriore ricorso, con un invito a Federparchi a sostenere fortemente le azioni di contrasto che saranno necessarie contro l’ennesimo attacco protezionistico, per superare una visione che vorrebbe orientare la scelta degli utenti non tanto sulle garanzie di preparazione e sicurezza quanto per obblighi conseguenti a monopoli e rendite di posizione che deprimerebbero quel mercato che proprio le Guide Ambientali Escursionistiche hanno fortemente rivitalizzato a
beneficio di tutto il comparto.
L’appello è rivolto anche a tutte le associazioni ambientaliste, all’Alleanza della Mobilità Dolce (A.Mo.Do.), all’AIDAP – Associazione Italiana Direttori e Funzionari Aree Protette, a tutte le realtà nazionali e internazionali con cui abbiamo sottoscritto protocolli d’intesa e di collaborazione sapendo fare rete a beneficio di una sempre più diffusa cultura della corretta frequentazione della natura. Invitando la politica a comprendere quanto il quadro normativo non sia ancora riuscito a normare correttamente le professioni dell’accompagnamento, cogliendo la realtà dell’economia turistica con una corretta fotografia del paese reale.
L’invito alle Guide Alpine è invece quello di raccogliere la sfida della trasparenza sulla presunta sicurezza, utilizzata sempre come spauracchio verso il mondo della politica: noi abbiamo pubblicato i dati, evidenziando di aver avuto ZERO incidenti mortali in quasi 30 anni di esistenza e con migliaia di guide associate, nonostante il crescente numero di incidenti e gli oltre 400 morti all’anno in Italia nelle attività outdoor e vorremmo quindi vedere finalmente pubblicati con rigore i dati che un ente riconosciuto dallo Stato come il Conagai dovrebbe invece spontaneamente diffondere regolarmente.
“Confrontiamo quindi pubblicamente e con chiarezza i dati sugli incidenti negli accompagnamenti in montagna e nell’escursionismo?”, chiosa il comunicato stampa.