Guardiagrele. “Sulla questione del dissesto del comune di Guardiagrele, con la deliberazione 305 del 2022, la Corte dei conti pone finalmente fine a 2 anni di scontri e accuse reciproche, con argomentazioni spesso omertose, tra la passata amministrazione e quella attuale. La Corte dei conti si è infatti espressa sull’obbligatorietà di dichiarare il dissesto, accertando che è stato effettivamente maturato, negli anni, un reale disavanzo di ben 3 milioni 745 mila euro. Rende noto che le procedure seguite per dichiararlo sono state del tutto regolari, così come i conteggi, e che un qualsiasi piano per risanarlo, anche decennale, non sarebbe stato in alcun modo attuabile. La stessa Corte va oltre il parere, favorevole in parte al ricorso di “Guardiagrele il bene in comune“, espresso a suo tempo dal TAR, non riconoscendo a quest’ultimo la competenza decisionale su questioni squisitamente finanziarie” così, in una nota, il gruppo di minoranza Guardiagrele per tutti.
“Dall’analisi del quadro economico infatti, nella deliberazione si ravvisa la presenza effettiva di due pesanti debiti fuori bilancio, (di 105000 e 250000 euro) che la passata amministrazione ha sempre pubblicamente negato di aver contratto. Fatto più grave: la Corte dei conti rimprovera alla passata amministrazione di non aver usufruito legalmente della possibilità di effettuare un’anticipazione di cassa che, nel 2018, il Governo metteva a disposizione. Perché la giunta dell’epoca scelse, con procedure del tutto anomale, di procedere con l’anticipazione di cassa dalla banca supponendo entrate che non avrebbe mai evidentemente realizzato?” prosegue il gruppo di minoranza.
“Dispiace, ma senza sorpresa, che il gruppo “Guardiagrele il Bene in Comune” invece di scusarsi con la cittadinanza per il pessimo e colpevole operato amministrativo, ricorra ad accuse gravissime e sterili secondo cui la deliberazione della Corte dei conti sia stata addirittura pilotata dall’amministrazione attuale. Si rimane attoniti nel leggere simili considerazioni concepite proprio da coloro che, professatisi di “sinistra” e paladini di battaglie per il rispetto della legalità, nel concreto, poi, non si siano fatti scrupolo di aggirare le leggi e di mandare il proprio comune in dissesto finanziario, arrivando a sottovalutare e persino a deridere l’operato delle istituzioni preposte al controllo, considerandole passacarte di burattinai superiori. Ci viene da pensare che forse si tratta di cecità, di incompetenza o anche di conclamata malafede ma, davanti ad evidenze documentali chiare ed inoppugnabili offerte da un Organo Costituzionale, siamo più propensi a credere che una tale disperata linea di difesa può essere letta solo alla luce del timore che gli ex amministratori hanno di incorrere non solo nelle sanzioni pecuniarie previste dalla norma ma soprattutto di vedersi negata la possibilità di ricandidarsi in elezioni successive. Ad ognuno le proprie conclusioni!” conclude Guardiagrele per tutti.