L’Aquila. Il dolore per la perdita del fratello Luca si trasforma in rabbia e richiesta di giustizia. Marco Perazzini, fratello di uno dei due alpinisti deceduti sul Gran Sasso lo scorso dicembre, ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Teramo.
Luca Perazzini e il suo amico Cristian Gualdi persero la vita travolti da una violenta bufera mentre erano impegnati in una scalata sul massiccio abruzzese. Le condizioni meteo avverse, con forti raffiche di vento e abbondanti nevicate, furono innegabili. Tuttavia, Marco Perazzini è convinto che la tragedia si potesse evitare.
““Questa tragedia si poteva evitare”, afferma Marco Perazzini, “avrebbero dovuto impedire l’accesso a tutti gli alpinisti, come avviene in altre località. Luca e Cristian, purtroppo, sono stati colti di sorpresa dalla bufera e non hanno potuto fare nulla per salvarsi. Ho intenzione di presentare un esposto alla procura di Teramo. Io continuo a chiedermi perché non hanno impedito l’accesso a Luca e Cristian. Se le condizioni erano proibitive e c’erano dei rischi legati al maltempo, non dovevano farli salire. In altre zone, in condizioni simili, l’accesso alle montagne viene vietato. Perché non è stato fatto anche sul Gran Sasso?”
La domanda di Marco Perazzini pone l’accento sulle responsabilità di chi, in quel momento, ha autorizzato la salita degli alpinisti. Le previsioni meteo erano chiare, eppure i due amici hanno potuto intraprendere la loro ascesa. Si tratta di una scelta che ora viene messa in discussione, alla luce del tragico epilogo.
Con l’esposto alla Procura, Marco Perazzini chiede che venga fatta piena luce sulle circostanze che hanno portato alla morte di suo fratello e del suo amico. Vuole sapere se siano state rispettate tutte le procedure di sicurezza, se le previsioni meteo siano state correttamente valutate e se ci siano state eventuali negligenze.
La tragedia del Gran Sasso ha scosso profondamente la comunità di Sant’Arcangelo di Romagna, da cui provenivano i due alpinisti. La morte di Luca Perazzini e Cristian Gualdi ha riacceso il dibattito sulla sicurezza in montagna e sulle responsabilità di chi organizza e autorizza le escursioni.