L’Aquila. “Tutte le fasi procedurali per l’avvio delle indagini geognostiche sotto il Traforo del Gran Sasso sono state caratterizzate dal coinvolgimento delle strutture istituzionali e dalla massima trasparenza dovuta ai percorsi di evidenza pubblica”, è la dichiarazione del Commissario Pierluigi Caputi, che oggi pomeriggio prenderà parte al Workshop istituzionale in programma alla sala Ipogea del Consiglio Regionale all’Aquila.
Il grande dibattito che si è generato è di fatto il frutto dell’attività svolta, finalizzata alla massima conoscenza all’esterno dei percorsi intrapresi.
Nel merito della campagna di indagini geognostiche è bene precisare che, dovendo produrre un progetto di fattibilità per la procedura di appalto, queste sono finalizzate a conoscere meglio il sistema da mettere in sicurezza, e non può esserci alcuna idea progettuale predeterminata.
Naturalmente ci sono ipotesi solutive a vari livelli di definizione tecnica che è previsto che siano valutate in termini di fattibilità progettuale nello specifico Docfap (che è appunto il documento di fattibilità delle alternative progettuali).
La prima ipotesi è quella del prof. Gisonni, encomiabile per la mole di lavoro fin qui svolto, che in continuità amministrativa è doveroso valutare tra le ipotesi alternative. Ci sono poi le varie ipotesi di impermeabilizzazione, da definire e comunque complesse; inoltre sarà presa in considerazione qualsiasi altra proposta tecnica che perverrà e che sia corroborata da documentazione tecnica e analitica.
Su tutte queste ipotesi è previsto il confronto tecnico ai massimi livelli ed è auspicabile un ampio confronto istituzionale e collettivo.
La realizzazione dell’intervento che verrà individuato, evidentemente, necessiterà di eseguire i lavori lasciando alla disponibilità della mobilità una sola galleria del Traforo, pertanto è necessario anticipare la condivisione di azioni collaterali e propedeutiche alla realizzazione dell’intervento stesso, che non sono di competenza del Commissario straordinario. In caso contrario nessun intervento sarà possibile.
Per lo stesso motivo, al fine di garantire la continuità delle dotazioni idropotabili, sono state messe in atto iniziative con Ruzzo Reti e Gran Sasso Acqua.
Il principio del risultato è, insieme al principio di precauzione, un elemento fondamentale della realizzazione degli interventi pubblici.
“La messa in sicurezza definitiva dell’acquifero del Gran Sasso, Conclude il Commissario Caputi, “ è una necessità imprescindibile per ottemperare alle normative e soprattutto per la tutela dei cittadini. È urgente e necessario intervenire per tutelare un bene, l’acqua, che interessa migliaia di cittadini abruzzesi”.