Pescara. Male Abruzzo e Marche. Dai campionamenti di Goletta Verde, il 55% dei quali risultati fuori norma, ci sono problemi per tutte le regioni ma Abruzzo e Marche hanno la maggior percentuale di punti critici, l’83% e l’88%, anche per le forti piogge e l’elevata presenza di corsi d’acqua” dice il responsabile scientifico Giorgio Zampetti. I risultati dell’indagine condotta dalla Goletta Verde di Legambiente, che testimoniano il pessimo stato delle acque marine abruzzesi, non sono altro che il risultato dell’inesistente azione di governo condotta dalla precedente giunta in questo settore così importante. Improvvisazione, estemporaneità, carenza di provvedimenti e inadempienze strutturali nell’ambito del programma di depurazione ci hanno portati a questo deprecabile primato”. Così l’assessore all’Ambiente, Mario Mazzocca, commenta gli esiti del report dell’associazione ambientalista che fanno guadagnare all’Abruzzo la maglia nera per qualità delle acque di balneazione, con l’89% di punti inquinati rispetto al totale dei campioni prelevati. Il killer del mare è ancora una volta la mancata depurazione. “Per questo – aggiunge Mazzocca – stiamo predisponendo un piano attuativo di interventi al sistema di depurazione delle acque marine e delle aste fluviali. Un programma difficile e impegnativo cui è affidato il compito di recuperare l’insufficienza e l’inadeguatezza delle azioni che hanno caratterizzato la gestione di questi ultimi anni. A darci fiducia sul buon esito dei futuri interventi sta anche la decisione da parte del governo nazionale di concedere all’Abruzzo circa 80 milioni di euro per il ciclo idrico e il sistema depurativo nel suo complesso. Una sfida importante, che ci induce a non lasciare neppure un giorno il nostro incarico. Niente ferie, dunque. Il tempo da recuperare per cercare di ridare una qualità significativa alle nostre acque è tale che non possiamo permetterci ritardi o rimandi. Ma siamo convinti di poter restituire alla nostra regione un’immagine diversa da quella negativa attestata da Legambiente. Un dovere che ci vede in prima fila nell’impegno e nella pianificazione delle attività da porre in essere. Le stagioni del consumo di parole – conclude Mazzocca – fanno parte di una storia politica e amministrativa da cui prendiamo distanza a grandi passi, allontanandoci da chi, sul tema, si è contraddistinto per presenzialismi sterili e propositi nati e abbandonati senza soluzione di continuità”.