“Siamo stati gli unici a chiedere al Tar di sospendere e annullare l’ordinanza scellerata con la quale si disponeva la cattura dell’orso M49. Il primo ricorso non ci è stato accolto, il secondo è stato respinto e siamo stati addirittura condannati al pagamento delle spese processuali. Ora ci troviamo di fronte alla pubblicazione di una relazione da cui si può desumere una condizione di maltrattamento nei confronti di tre orsi (M49, M57 e DJ3), innaturalmente detenuti in spazi piccoli e inadeguati alle loro esigenze, all’interno del centro Casteller, alla periferia sud di Trento”.
All’indomani della pubblicazione dell’esito del “sopralluogo presso la struttura detentiva di orsi in provincia di Trento” dello scorso 14 settembre, interviene Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection, di origine abruzzese: “La relazione dei Carabinieri del Cites sarà depositata, insieme a tutti gli altri documenti sul caso, al Consiglio di Stato, in attesa dell’udienza che si terrà il prossimo 10 dicembre”.
Ad ordinare il sopralluogo al Casteller era stata la direzione generale per il Patrimonio naturalistico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e, come annuncia lo stesso Ministro Sergio Costa, è ancora in corso “una delicata fase investigativa coperta da riserbo”.
“Apprezziamo l’integerrimo lavoro del colonnello Brugnola, che in questi anni abbiamo avuto modo di conoscere anche grazie alla grande disponibilità che ci ha dimostrato durante le nostre attività nelle sedi territoriali”, commenta Piera Rosati.
La presidente dell’associazione animalista già diverse volte in passato si è pronunciata sul diverso trattamento riservato agli orsi in Trentino rispetto all’Abruzzo, regione accogliente anche per i plantigradi.
Tanto che solo qualche mese fa ha ospitato anche orsi che arrivavano da fuori Italia.
“Riteniamo che le informazioni raccolte nel centro Casteller debbano essere riportate all’autorità giudiziaria competente cosicché possa essere ripristinato anche nella provincia di Trento un ambiente che restituisca dignità alla vita di questi plantigradi”.
Nella relazione del Colonnello Luca Brugnola, comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Campobasso, medico veterinario spesso impegnato in attività di sensibilizzazione verso i diritti degli animali anche in Abruzzo, si legge che: “M49 ha smesso di alimentarsi e si scarica contro la saracinesca della sua tana; M57 ripete costantemente dei movimenti in maniera ritmata causandosi lesioni cutanee all’avambraccio sinistro e DJ3 si nasconde e non entra nella tana per alimentarsi”.
“LNDC Animal Protection continuerà incessantemente a monitorare la situazione dei tre orsi. Alla luce del fatto che sia M49 che M57 saranno costretti per circa quattro mesi ad una detenzione in spazi totalmente inadeguati alle loro esigenze, chiediamo al Presidente della Provincia di Trento Fugatti e a tutte le altre autorità di intervenire immediatamente per evitare che si ripetano somministrazioni di psicofarmaci come quello già usato per cercare di contenere lo stress psico-fisico, collegato allo stato di cattura e detenzione. Gli orsi devono essere portati in quota, liberati e monitorati con un radiocollare adeguato. Tra poco andranno in letargo, hanno il diritto a vivere nel loro habitat, potranno essere seguiti e geolocalizzati in ogni momento” – conclude Rosati.
“Giudichiamo molto grave quanto letto nella relazione del sopralluogo al Casteller di Trento effettuato dai Carabinieri Forestali, dal Cites e da Ispra, inviati dal ministro dell’Ambiente”, dichiara l’avvocato Michele Pezone, Responsabile Diritti Animali LNDC, “stiamo lavorando sulla documentazione da depositare al Consiglio di Stato. Il nostro obiettivo è far annullare il provvedimento con cui è stato catturato M49 e scongiurare così che ne vengano emanati degli altri”.