Gli incarichi esterni dell’Arap costano un milione e quattrocentomila euro, la Uil chiede indagine sulla governance

Teramo. La Uil regionale ha avanzato una richiesta di ispezione a firma sugli incarichi esterni dell’Arap. Sotto accusa un possibile conflitto di interessi del capo Segreteria del Governatore D’Alfonso, Claudio Ruffini e numerosi altri incarichi affidati a professionisti. L’Arap è l’Azienda regionale delle attività produttive, preposta allo sviluppo delle attività economiche e industriali della Regione Abruzzo. Nata dalla riorganizzazione dei Consorzi per lo Sviluppo Industriale, opera nelle aree Industriali attraverso l’erogazione di diversi Servizi comuni strategici. Essa è partner per lo sviluppo, la valorizzazione, la gestione ecosostenibile delle Aree produttive abruzzesi.

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“Premesso che con nota n. 2165 del 25/11/2016 a firma del Commissario Straordinario, avente ad aggetto “Licenziamento collettivo per riduzione del Personale ARAP – Procedura Mobilità. Legge n. 223/91”, l’Azienda Regionale Attività Produttive, ha comunicato alle Organizzazioni Sindacali la necessità di procedere alla riduzione del Personale occupato individuando n. 31 eccedenze, così suddivise: 3 Dirigenti, 9 Quadri, 12 Impiegati e 7 operai”. Prima ancora di entrare nel merito della questione sopra riportata” scrive la Uil ,”la scrivente Organizzazione Sindacale ritiene doveroso rappresentare circostanze e fatti che renderebbero assai opinabili i comportamenti dell’attuale Governance ed in modo particolare del Commissario Straordinario nominato con Decreto del Presidente del Consiglio Regionale n. 68 del 3/12/2015, prorogato fino al 30/09/2016 con Decreto del Presidente del Consiglio Regionale n. 33 del 19/07/2016 e ulteriormente prorogato fino al 31/10/2016 con Decreto n. 44 del 6/10/2016. Tutti gli atti, sia di nomina che di proroga, riportano nelle motivazioni la improrogabile necessità di dover procedere solo alla ricostituzione degli organi statutari e all’assorbimento del personale dipendente dell’ex consorzio di Pescara. Mentre, la gestione Commissariale nel periodo sopra indicato, oltre a non aver centrato gli obiettivi prefissi negli atti di nomina,  ha ulteriormente aggravato la sostenibilità economica dell’Azienda attraverso il ricorso costante di professionisti esterni seppur in presenza di professionalità adeguate all’interno dell’Azienda,  quali ad esempio:

“Il tutto per un importo complessivo di circa un milione e quattrocentomila euro. Oltremodo rilevante” continua la nota “rimane la circostanza della nomina di un Direttore Generale per figura non prevista nello statuto dell’ARAP approvato con legge Regionale n. 23 del 29 luglio 2011, senza tralasciare il costo dell’affitto dei locali di Cepagatti, 60.000,00 annui seppur in presenza di idonei locali di proprietà dell’ARAP in tutto il territorio regionale. Tornado al merito delle motivazioni addotte nell’avvio delle procedure di licenziamento, in modo particolare a quelle legate alla sostenibilità economica, queste appaiono fortemente strumentali in ragione di quanto sopra evidenziato, senza alcun modo tralasciare le ragioni di natura sociale e politiche dell’Azienda Regionale così come definita ENTE PUBBLICO ECONOMICO, per il quale non vale il solo fattore economico, anche,  ma in funzione della natura pubblicistica dei servizi resi ai cittadini sull’intero territorio regionale. Tra l’altro, l’atto propedeutico alla procedura di “eccedenze” risulta essere la delibera n. 730/2016 “ approvazione programma triennale di attività e promozione industriale 2017/2019”  adottata dal Commissario Straordinario in data 31/10/2016, ultimo giorno utile di nomina commissariale, senza il parere, anche se non vincolante ma obbligatorio ai sensi dell’art. 10 dello statuto dell’ARAP,  da parte dell’assemblea dei soci, pertanto presenta sostanziali vizi di legittimità. In buona sostanza” conclude la nota “questa Segreteria Regionale della UIL FPL invoca l’attivazione di un procedimento di indagine al fine di verificare  se la questione di che trattasi sia stata, o meno, cagionato da un comportamento gestionale derivante dalla violazione di regole di condotta amministrativa, ovvero se determinato nel rispetto dei criteri di efficienza, efficacia, speditezza, economicità, pubblicità e trasparenza, oltre che dai principi di legalità, buon’amministrazione e imparzialità”.