Teramo. Nadia Toffa è tornata in Abruzzo. Questa volta la iena si è occupata della contaminazione delle acque in Provincia di Teramo a causa di alcune scorie fuoriuscite dall’Istituto Nazionale Di Fisica Nucleare, situato sotto il Gran Sasso, che si sono riversate nelle falde acquifere destinate per il consumo umano. Un incidente simile era avvenuto già nel 2002 quando l’acqua fu contaminata dal trimetilbenzene. Ma dopo 15 anni è accaduto di nuovo.
Il laboratorio nazionale di fisica nucleare fu costruito nel 1982 dall’idea dello scienziato Zikiki, ed è il più grande laboratorio sotterraneo al mondo dove gli esperti di fisica effettuano esperimenti.
Dopo l’incidente del 2002 i laboratori furono sequestrati e messi in sicurezza, ma a detta dell’Istituto Superiore di Sanità, anche dopo i lavori, i laboratori non sono a norma. Il 30 agosto 2016 nell’acqua è stata rilevata la presenza di diclorometano, ma solo a dicembre viene diramato un comunicato dalla Regione Abruzzo. Quindi per ben quattro mesi, i cittadini del teramano hanno bevuto acqua contaminata senza essere informati dei possibili rischi.
La iena è andata a chiedere spiegazioni a Stefano Ragazzi, direttore dell ‘INFN, Antonio Forlini, presidente acquedotto Ruzzo, e a Maria Maddalena Marconi, dirigente igiene della Asl.
Dai documenti si evince chiaramente l’incompatibilità tra la localizzazione dei laboratori e la captazione di acqua e, ad oggi, nessuno sembra in grado di spiegare come abbia fatto il diclorometano a finire nei rubinetti degli abruzzesi.
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@fededimarzio84